Nico Muhly

Mothertongue

2008 (Bedroom Community)
post classical, avantgarde, folk

Superando il già ottimo album d’esordio dello scorso anno, “Speaks Volumes”, il giovane compositore del Vermont con questo “Mothertongue” raggiunge la maturità espressiva.

Diplomato alla prestigiosa Julliard School e laureato alla Columbia University, Nico è stato allievo di John Corigliano e Christopher Rouse. Ha collaborato con Bjork e con Philip Glass in qualità di tastierista, trascrittore e direttore d’orchestra. Ed è proprio di Philip Glass e del suo minimalismo barocco – in apparente antitesi – che la struttura compositiva di Muhly sembra avere subito la più profonda influenza. Infatti la prima delle tre suite delle quali è composto l’album, l’omonima “Mothertongue” risente profondamente della struttura di opere glassiane seminali quali “Einstein On The Beach” e della ricerca sulla voce operata da Meredith Monk, o delle ultime composizioni di John Cage sulla voce, quali la meravigliosa “Litany For The Whale”.

Un approfondimento, una contaminazione con strumenti anche pop, del linguaggio e della poetica dei minimalisti americani storici che in Europa vede nella straordinaria opera di Jeanette Sollén un possibile, forse migliore, lirico paragone. Come se il sublime kantiano trovasse qui, ancora una volta, sua rappresentazione delle dinamiche delle forme della matematica. Qui pattern vocali affidati alla competente mezzo-soprano Abigail Fisher delineano geometrici incastri per miriadi di composizioni esplorabili. Nel primo movimento addirittura ricerche più estreme come l’“A-Ronne” di Luciano Berio o lo “Stimmung” di Karlheinz Stockhausen vengono riportare con gentile accenno alla memoria dell’ascoltatore più consapevole.

La ricerca sulla voce o, meglio, sulla foné trova più plastico esempio nella più densa scrittura della successiva suite, “Wonders”, dove addirittura si evidenziano nuances zappiane nei tesi colori orchestrali, mentre l’inizio con noise e clavicembalo che introducono una fiabesca ninnannanna riporta alla memoria una delle perverse “China Dolls” di Ed Ka-Spel delle sue escursioni soliste fuori Legendary Pink Dots oppure l’incipit del Prince Rupert che svegliandosi apre "Lizard" dei King Crimson di Peter Sinfield. “Wonders” contiene anche una ballad, "The Travels Of Sir John Mandeville”, basata su un sonetto scritto da Re Giacomo I, che tratta di misteriosi mostri marini… una rimostranza del 1619 contro Thomas Weelkes, compositore e organista della Cattedrale di Chichister!

La terza suite, “The Only Tune”, vede ospite alla chitarra e al banjo Sam Amidon ed è forse la composizione più personale, dove Nico è riuscito a mettere più a fuoco il suo notevole talento: reminiscenze folk, echi addirittura di Sufjan Stevens o di Gavin Bryars, per quanto apparentemente distanti possano sembrare; un’opera sulla memoria, su quelle musiche folk che entrano nella mente di ogni giovinetto di origini inglesi. Il ricordo di una ballad che gli cantavano i genitori durante l’infanzia, e che parlava di due sorelle, e di come una delle due annegasse l’altra nelle acque buie di un fiume… “Ricordo come una frattura terribile tra la dolcezza della musica e l’estrema violenza delle parole - dice Nico - Ancora mi fa rabbrividire l’immagine del mugnaio che recupera il cadavere della bambina col suo grosso grosso amo…”.

24/08/2008

Tracklist

  1. Mothertongue: I. Archive
  2. Mothertongue: II. Shower
  3. Mothertongue: III. Hress
  4. Mothertongue: IV. Monster
  5. Wonders: I. New Things & New Tidings
  6. Wonders: II. The Devil Appear'd In The Shape Of A Man
  7. Wonders: III. A Complaint Against Thomas Weelkes 
  8. The Only Tune: I. The Two Sisters
  9. The Only Tune: II. The Old Mill Pond
  10. The Only Tune: III. The Only Tune

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