Rusalnaia

Rusalnaia

2008 (Camera Obscura)
alt-folk

Rusalnaia è l'entità che assumono Sharron Kraus e Gillian Chadwick nel tributare un disco alle Rusalki, ninfe dei laghi che, nella mitologia slava, intrecciavano corone di fiori e richiamavano gli uomini col canto, per poi ucciderli.
E' questo il teatro di posa in cui si dispiegano le otto tracce del disco, scivolando una dentro l'altra, tra vernacoli appalachiani e sedute spiritiche tardo-adolescenziali.

"The Sailor And The Siren" apre con una nenia paranoica di dulcimer e chitarra classica, "Shifting Sands" è una filastrocca cabalistica scandita da percussioni, violoncello e pennywhistles.
I sortilegi ritmici di "Rusalnaia" si alternano a episodi più dolci e confessionali, a tratti vicini ai Charalambides (vedi le escursioni tomcarteriane di "Kindling" o il cantato in "The Ravager").

Accenni a Fursaxa (con cui pure la Kraus ha collaborato) si stagliano su un costante sottobosco desertshoriano, in parte rinvenuto da synth vintage o chitarre e archi inaciditi ("Kindling", "Wild Summer").
Segue "Dandelon Wine" che è quasi un episodio a sé, con un flauto che sembra uscito da un vecchio disco di Vashti Bunyan, e le Rusalki mascherate da pre-war folkster in una fattoria dell'Ohio.
"Wild Summer" chiude in un incedere minimale à-la Bailiff, risolvendo in un caustico tripudio d'archi un ultimo rito pagano.

Registrato da Greg Weeks (Espers, The Valerie Project) agli Hexham Head Studios di Philadelphia, "Rusalnaia" cavalca l'onda del folk americano di seconda, senza pretenziosismi né fighetterie. E' un disco leggero, arrangiato a misura, sicuramente un gradevolissimo colpo di coda nell'universo sfilacciato (e talora inflazionato) del new weird america.

20/05/2008

Tracklist

1. The Sailor and the Siren
2. Shifting Sands
3. Kindling
4. Rusalnaia
5. The Ravager  
6. Winter
7. Dandelion Wine  
8. Wild Summer 

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