Di ritorno dal tour australiano a supporto di “Everybody”, il loro disco dello scorso anno, la formazione dei The Sea And Cake decise di dar vita velocemente a un nuovo album, in modo da catturare tutta l’urgenza compositiva del momento. Una sorta di improvvisa rinascita visto che ben quattro anni avevano separato “Everybody” dal precedente “One Bedroom”.
L’emergenza musicale partorisce “Car Alarm”, ottava fatica del quartetto di Chicago, giunto al quindicesimo anno di attività con l’orgoglio di aver sempre mantenuto la medesima line-up: Sam Prekop, voce chitarra a responsabile della scrittura dei testi, Archer Prewitt, chitarra, John McEntire, batteria, e Eric Claridge, basso e synth.
Il risultato non sposta di una virgola quanto proposto con i dischi più recenti, fatta eccezione per l’apporto leggermente più marcato della componente elettronica, evidente in particolar modo nel breve interludio strumentale “CMS Sequence” e nelle derive di “Weekend”, poco riuscito mix fra chitarre acustiche e synth.
Per il resto tutto suona esattamente come nel recente passato, con composizioni midtempo imperniate su un pop-rock leggero e cristallino (la title track e “Window Sills” sono le più efficacemente levigate), appena venato da un retrogusto simil-jazzy (“A Fuller Moon”).
Tutto gira in maniera apprezzabile nella prima metà del disco, con “Aerial” azzeccata apertura di impostazione indie-rock, che si distingue per il deciso attacco e per un ending di tutto rispetto, e “New School”, che propone un discreto ma efficace guitar solo centrale.
Poi la proposta comincia a diventare ripetitiva, tanto da scatenare nell’ascoltatore il dubbio di trovarsi al cospetto di una raccolta di outtake di “Everybody”, tanto è forte il senso di continuità col passato.
Tutto risulta troppo confortevole, senza la decisa intenzione di sorprendere; un senso di sedativo déjà-vu permea sia “Down In The City” che “Pages”, diminuendone drasticamente il potenziale valore.
Poco possono aggiungere “The Staircase” (con una chitarrina molto Smiths) e l’instrumental exit track “Mirrors”, le quali sottolineano una volta di più come The Sea And Cake giochino oggi più a consolidare che a innovare, rimanendo pericolosamente bloccati su parametri ormai noti.
Peccato perché i germi post-rock diffusi a metà dello scorso decennio insieme ad altre compagini del calibro di Tortoise (dei quali fa parte il batterista, John McEntire) e Gastr Del Sol facevano presagire ben altre sperimentazioni future.
In “Car Alarm” si cade invece nel mainstream più qualunquistico, pur confermando la grande coesione di una band tecnicamente eccellente e dagli ingranaggi perfettamente oliati.
Se avete ascoltato tutti gli altri dischi dei The Sea And Cake e siete magari dei loro fan, non aspettatevi nulla di nuovo, anche se potrete trovare di che innamorarvi in questo dischetto perfetto per le vostre serate più romantiche.
Se siete dei nuovi ascoltatori del gruppo, forse non riuscirete a eccitarvi a sufficienza, e il consiglio non può che essere quello di pescare nei primi album per essere introdotti in maniera migliore al sound della band.
23/10/2008