È da un paio d'anni che celebriamo l'epilogo del fortunato riflusso copia-incolla dei suoni new wave, e da un paio d'anni andiamo strombazzando il passaggio di consegne al movimento neo-noise/shoegazing. I corsi e ricorsi storici si susseguono in musica, e prima di cedere il testimone a chissà quale altro recupero (quale sarà il prossimo? Il grunge?) ecco quello che potrebbe essere ricordato come il disco definitivo del movimento sopra citato.
Gli A Place To Bury Strangers realizzano al secondo atto della propria carriera il disco definitivo per gli shoegazer del nuovo millennio: chiunque arriverà dopo sarà considerabile un imperdonabile ritardatario fuori tempo massimo.
La partenza è subito al fulmicotone: "It Is Nothing" è puro distillato di My Bloody Valentine + Jesus & Mary Chain (o Black Rebel Motorcycle Club, tanto per far comprendere ai più giovani) in grado di risvegliare papille gustative atrofizzate da anni di piattezza indie-borghese.
Ma tutto l'album è un trionfo di fuzz, una cascata di droni devastanti che non giungono comunque mai a soffocare la voce o gli altri strumenti. Protagonisti assoluti sono gli esperimenti sull'effettistica guidati dal cantante e chitarrista Olivier Ackermann, un personaggio che commercializza i pedali di propria invenzione attraverso la società Death By Audio, la quale annovera fra i propri clienti abituali gente come U2, Wilco e Nine Inch Nails.
"Exploding Head" riesce ad attualizzare in maniera esemplare un tipo di approccio che ci riporta a una ventina d'anni fa, quando impazzivamo per i memorabili disegni sonori di "Psychocandy" e "Loveless", monumenti sui quali si è formata almeno una generazione di musicisti.
Non ci sono punti deboli o inutili riempitivi in questo frullato di energia dal quale parte un muro di suoni cattivi di rara efficacia. "In Your Heart" (scelto come singolo promozionale) ha la potenza di un convoglio lanciato a tutta velocità contro un muro, "Lost Feeling" è dotata di un basso che non avrebbe sfigurato nei momenti più corrosivi di Sonic Youth e Nirvana.
All'occorrenza si stagliano melodie fantasticamente eighties-wave, come nel caso di "Keep Slipping Away" e della title track, perfette per essere programmate nei dancefloor più alternativi.
L'ipnotica "Ego Death" con le sue percussioni semplificate a la quasi fastidiosa rumorosità delle chitarre rappresenta il trait d'union con l'album d'esordio della band, edito nel 2007, il quale proponeva un taglio forse troppo sonicamente intransigente rispetto a quello attuale.
La sottile ricerca di una maggiore fruibilità dei suoni non inficia il risultato di un prodotto che si mantiene costantemente su standard elevatissimi, stendendosi fra gli slanci epici di "Smile When You Smile", i goticismi alla Joy Division di "Everything Always Goes Wrong", fino alle invadenti distorsioni che accompagnano la conclusiva "I Lived My Life To Stand In the Shadow Of Your Heart".
"Exploding Head" è il lavoro al quale oggi devono guardare tutte le giovani band che intendano ritagliarsi uno spazio vitale nello stimolante mondo del lo-fi noise/shoegazing. Inquieti e rumoristici, crudi e viscerali, potenti e sperimentali, gli A Place To Bury Strangers hanno realizzato una pietra angolare del rock sotterraneo dei nostri giorni.
14/01/2010