Fedele al basso profilo che ha caratterizzato tutta la sua lunga attività artistica e all’impostazione do-it-yourself di questo suo nuovo progetto, l’ex-Hood Richard Adams dà immediatamente seguito al debutto “Goodbye Minnesota”, con una nuova uscita in sordina e del tutto peculiare quanto a formato e contenuto.
Il secondo lavoro a nome The Declining Winter si presenta infatti nell’insolito formato di un sette pollici comprendente i primi tre brani dell’album, al quale è acclusa la versione completa dello stesso su supporto cd e un’edizione limitata di remix e rimaneggiamenti vari, ad opera di una serie di artisti tra i quali spiccano i nomi di Part Timer e Library Tapes.
Nella sua appena mezz’ora di durata, “Haunt The Upper Hallways” vede Richard Adams ancora affiancato dal fratello Chris (Bracken) e da Chris Cole (Manyfingers), in una linea di continuità con l’album di debutto, ma soprattutto, inevitabilmente, con l’esperienza degli Hood, cui rimandano appunto la prevalente concisione dei brani e le atmosfere sfuggenti, al solito sospese tra desolazione rurale e spleen post-industriale, tra sonorità acustiche trasognate e oblique incursioni elettroniche.
In particolare i brani della prima parte del lavoro sembrano attingere al periodo della band d’origine compreso tra “Rustic Houses Forlorn Valleys” e “The Cycle Of Days And Seasons”, introducendo da subito in atmosfere stranianti, semplici ma dotate di un respiro epico, instillato sotto traccia dal connubio tra accordi di chitarra e arrangiamenti d’archi, al tempo stesso eleganti e puntuti, e dall’irregolarità prodotta da ritmiche frammentate e ricorrenti passaggi in reverse.
Se tuttavia l’impronta di base è ben riconoscibile, se ne percepisce con chiarezza la maturazione nel frattempo intercorsa sia nella puntuale ricerca nella manipolazione dei suoni, sia in un songwriting adesso più deciso ed esplicito, che si fa forte anche della maggiore padronanza dei propri mezzi vocali da parte di Adams.
Se l'atmosfera rurale che avvolgeva il lavoro dello scorso anno risultava sensibilmente grezza, ora Adams fa un passo avanti. Mettendo da parte quel soffuso sfondo dub che penetrava sotterraneamente l'humus delle tracce, l'artista inglese tratteggia paesaggi autunnali dalle tinte pastello: si passa dall'incantevole divagazione dream-folk della title track alle strimpellate mattutine di "Goodbye Lights LS28", dalla psichedelia aliena di "Where The Severn Rivers Tread" fino alle pennellate medievali di "Hey EFD".
Il tutto dosato e curato con la sapienza di un veterano, ben attento nel non prodursi in oziose divagazioni rispetto a uno stile consolidato e ormai inconfondibile. Si consuma così, in maniera tanto semplice da apparire quasi banale, una perfezione formale che non sottende alle logiche della pianficazione, ma che al contrario pare legata a un meccanismo compositivo naturale e immediato. E tracce compiutamente riuscite quali "Come On Feel The Willingness" o "Carta Remix" ne sono esempio illuminante.
Ci si lasci allora trasportare dall'essenza rurale di “Haunt The Upper Hallways", per smarrirsi nella sua malinconia tipicamente autunnale, fatta di luci oblique e atmosfere vaporose. Il risultato potrà essere sorprendente.
04/09/2009