Riallacciandosi idealmente a "Heathen Earth", l'album che nel 1980 avviava la conclusione della loro prima "missione", "The Third Mind Movements" è l'opera in cui ritroviamo il quartetto alle prese con un flusso incessante, de-voluto e unicamente strumentale, fatto di elettronica viscida, deformazioni acustiche, cut-up selvaggio e penetranti pulsazioni ritmiche.
L'album recupera le più radicate suggestioni e ossessioni del gruppo, mostrandole immuni alla prova del tempo. Suono rimodernato ma fieramente vintage, capace di farti provare il sapore ancora fresco di diavolerie analogiche e nastri manipolati in tempo reale. Si sprofonda nel suo flusso subliminale come in un giro nella gysiniana dream machine, in un viaggio psichedelico che non sempre scorre liscio, ogni tanto il meccanismo si inceppa ("Secluded") e arranca (la prolissa "Perception Is The Only Reality"), ma ipnotizza ugualmente con l'efficacia dei vecchi tempi ancora immutata ("PreMature"/"The Man From Nowhere").
Subdolo e invasivo al tempo stesso, "The Third Mind Movements" è il suono dei TG nel suo stato puro e primigenio. E ascoltando la lunga title track, articolata in tre sezioni, non si fa alcuna fatica a immaginare questi quattro ormai attempati disturbatori dei sensi mentre ringiovaniscono davanti ai nostri occhi frastornati, tutti presi a riversare direttamente su nastro i frutti improvvisati e deviati della loro immaginazione, preziosa e attuale oggi come ieri.
(22/09/2009)