Finalmente più di qualcuno si è accorto dell'eccellenza indie-pop proveniente dalla Finlandia, nonostante la sua onesta carriera abbia da poco oltrepassato il decennio. A onor del vero, l'istituzione americana del genere, ovvero l'etichetta Matinée, aveva già raccolto il testimone dalla piccola indigena Johanna Kustannus in occasione di quel gioiellino fuori dal tempo rispondente al titolo di "Our Temperance Movement".
Non si può quindi dire che la pubblicazione di questa raccolta di cover, inediti e rare b-side dei Cats On Fire dia semplicemente seguito al detto per cui il ferro va battuto finché è caldo, visto che almeno gli irriducibili cultori dell'indie-pop d'autore coccolavano la band finlandese già da qualche tempo. In ogni caso, i ben venti brani raccolti nell'ora abbondante di musica di "Dealing In Antiques" non possono che costituire una gradita retrospettiva a base di incontaminata spontaneità melodica, spirito romantico e sottile malinconia, da esorcizzare, come sempre, attraverso canzoni brevi e briose.
In forma sicuramente più grezza ed embrionale rispetto a quella offerta nei due album ufficiali in studio, "Dealing In Antiques" mostra infatti la band capitanata da Mattias Björkas impegnata in bozzetti pop dai colori ora vivaci ora sfumati, ma sempre improntati alla ricerca di quella perfezione in grado di trasformare i tre fugaci minuti di una canzone in un piccolo universo nel quale riversare palpiti adolescenziali, disillusioni e ricordi smarriti nel tempo.
E proprio al tempo che fu è dedicato l'incipit della raccolta, assegnato alla sorprendente cover dell'hit dei White Town "Your Woman", il cui passo sincopato viene qui tradotto in un andamento sbarazzino, che appare la fedele traduzione dell'originale in un contesto indie-pop che rimanda chiaramente alle più valide esperienze inglesi risalenti agli anni 80-90. Nulla di nuovo, dunque, rispetto a quanto dei Cats On Fire già si conosceva, seppur applicato con equilibrio a un oggetto dalla natura almeno parzialmente difforme.
Sul medesimo registro si attesta all'incirca tutta la raccolta, che si muove con nonchalance tra profondi echi smithsiani e scatenate tastierine eighties, tra brani dal passo dinoccolato e malinconiche ballate a base acustica.
Scorrono così in rapida successione spensierati scorci da spiaggia anni 60 ("Never Land Here"), ballate solari intrise di un senso di finitezza ("Solid Work", "Honey Your Baby") e reiterati spaccati di un lirismo emozionale ma niente affatto retorico, anzi decisamente credibile tanto nel suo tentativo di cristallizzare un passato umano e artistico che mai più tornerà, quanto nelle dissacranti e autoironiche letture dello stesso ruolo dell'artista ("Poor Students Dream Of Marx", "The Smell Of An Artist").
Com'è evidente in raccolte di questo genere, il livello dei brani è alquanto eterogeneo, ciononostante nel corso di "Dealing In Antiques" possono riscontrarsi diverse perle non raffinate, tanto più evidenti quando le melodie vengono lasciate librarsi, che sia a partire da giri di basso marcati ("Draw In The Reins") o da limpide melodie acustiche ("On His Right Side" e la deliziosa "The Hague").
Come canta lo stesso Björkas ("Happiness Is Chemistry") potrebbe trattarsi soltanto di una questione chimica, ma sta di fatto che, anche in una compilazione inevitabilmente disorganica, i Cats On Fire offrono più di una canzone capace di colpire nel segno, rinnovando quella magia pop il cui sapore agrodolce permane sempre inattaccabile dal tempo e dalle mode. Adesso non resta che attendere la band finlandese al varco del terzo lavoro; nel frattempo, "Dealing In Antiques" può senz'altro godersi come qualcosa più di un semplice intermezzo per riempire lo spazio tra due album, soprattutto per una band adusa a pubblicazioni dilatate nel tempo e la cui discografia contava finora due soli album e una miriade di singoli e produzioni frammentarie, che questa raccolta mira con successo a riassumere.
10/08/2010