Allora le ombre allungate e quasi impercettibili di blues sfumate dalla chitarra di Ratti, scavano nei sottofondo ambientali di Faravelli, disegnando un'atmosfera placidamente dimessa. Ne viene fuori una musica essenziale, anzi volutamente disadorna, nella quale le melodie (a tratti limpidissime) creano una scia ipnotica che sembra voler condurre verso gli anfratti più nascosti dell'anima.
Da segnalare almeno due pezzi: la fennesziana "At Noon" e le placide implosioni glitch di "I've Witnessed". Ma anche tutto il resto si mantiene su livelli più che discreti.
Certo, "Lieu" manca un po' di nerbo, qualche lungaggine poteva essere evitata, ma l'ascolto rimane un'esperienza godibile. Non è mica poco, di questi tempi.
(16/09/2010)