Chissà se un giorno Maurice De Jong riuscirà nell’impresa di venire a patti con i suoi demoni, regalandoci, finalmente, un’opera degna delle sue ambizioni. Mentre facciamo due conti e valutiamo eventuali scommesse, ecco arrivare “The Blotched And The Unwanted”, disco che raccoglie materiale vecchio e nuovo. Coprendo un intervallo di tempo che va dal 2006 ad oggi, l’opera conferma tutta la natura irrisolta e finanche dispersiva della ricerca sonora del musicista olandese.
Colate black-metal, dark-ambient miasmatica, caotica ed esoterica (“Massgrave Hymn”, “Bloedkorst”), folate orchestrali che fanno il paio con impianti post-industriali (“An Erotic Beheading”), lunghe messe sataniche pronte a catapultarci dentro assordanti tripudi metallici (“Rape in Early Spring”) e tanti soundscape malati, degradati e degradanti, tra ombre demoniache e ultimi vagiti di metropoli infestate. Un quadro fosco e intimidatorio, mai realmente potente, mai capace di riportare a galla qualche pietra veramente preziosa.
Naturalmente, l’affresco non può fare a meno di ricondurre la musica sacra in una dimensione aliena, spogliandola delle sue valenze celestiali e trasformandola in una lunga agonia funeraria (“Lightless”, “Prayer for the Bloodred Rain”). Insomma, De Jong non è per niente uno sprovveduto (lo conferma la lunga epopea maligna di “Scatological Meditation”, uno dei suoi momenti più riusciti, pur se viziata da qualche eccesso di troppo), ma la sua proposta risulta ancora fin troppo autoindulgente.
In ogni caso, se avete soldi da spendere, l'artwork è davvero molto bello...
14/06/2010