Kele Goodwin

Hymns

2010 (Hush)
songwriter, folk

Dalla natia Alaska, tra oceani e vette innevate, al torrido Arizona, con i suoi suggestivi canyon e le vallate rocciose, fino alla moderna Portland, fervente di vita e di musica. Ed è proprio giungendo a Portland che Kele Goodwin inizia ad approcciarsi "in prima persona" alla musica, grazie anche alle amicizie instaurate con gli artisti della scena folk locale, i quali lo spronano e lo incoraggiano a seguire le proprie inclinazioni. Ed è dunque qui, nella galeotta cittadina dell'Oregon, che inizia il proprio percorso di scrittura musicale: una scrittura che sembra racchiudere in sé la limpidezza cristallina dei cieli del Nord e il calore delle polverose terre dei Navajo.

La musica di Kele Goodwin è incentrata su uno scarno picking chitarristico, che si accompagna a una voce soffusa, dalla timbrica nettamente drakeiana, e le atmosfere che si respirano nei suoi brani richiamano l'intimismo di tanta parte della produzione dell'autore di "Pink Moon". Tuttavia sarebbe un errore pensare di trovarsi di fronte a uno degli ennesimi emuli di Drake: i brani di Goodwin, infatti, pur mantenendo a latere una componente malinconica, si rivelano più solari e meno introspettivi, con nuances più primaverili rispetto a quelle (tendenzialmente autunnali) disegnate dal menestrello di Rangoon.

L'album d'esordio di Goodwin, preceduto dall'Ep "The Spider", nasce dalla collaborazione con Sean Ogilvie, frontman dei Musée Mécanique, cui è affidata l'eccellente produzione del lavoro. Per una serie di traversie, i dieci brani che compongono "Hymns" hanno raggiunto forma e sede definitiva solo a distanza di quattro anni dalla loro creazione, ma, a dispetto di ciò, appaiono dotati di una notevole immediatezza, merito soprattutto di arrangiamenti minimali che lasciano a nudo le melodie e che nel contempo danno loro risalto attraverso molteplici entrée strumentali confezionate ad hoc. Numerosi artisti impreziosiscono infatti i bozzetti acustici delineati dalla chitarra di Goodwin, contribuendo, con pennellate leggere e misurate, alla creazione di quadri degni della migliore scuola impressionista francese: il maestoso oboe di Christina Fitzgerald, all'unisono con gli afflati di clarinetto di Jill Coykendall o di Scott McGee, fa rivivere la purezza dei paesaggi di Monet ("Snow", "Red String"), le partiture pianistiche di Sean Ogilvie e le carezze d'archi di Douglas Jenkins e Anna Schott donano ai brani la morbidezza delle figure di Renoir ("The Days Of Debt", "Cursive"), le angeliche voci di Laura Gibson e Alela Diane danzano sulle melodie con la grazia delle ballerine di Degas ("A Kiss For Your Eyes", "Free"). Su tutto riluce il picking genuino di Kele, che sembra trasportare l'ascoltatore tra gli assolati campi di grano di Pissarro ("Hymns", "Goodbye Spider").

I testi dei brani di "Hymns" riflettono le esperienze personali di Goodwin, e svariati sono i riferimenti alle ambientazioni che hanno fatto da palcoscenico alla gioventù del cantautore statunitense, dalle fredde banchine dell'Alaska ai paesaggi aridi dell'Arizona. Le immagini si mescolano tra loro e vengono sovrapposte, rielaborate, reinterpretate e filtrate attraverso lo sguardo di Kele, che crea un suo mondo incantato in cui tutto può accadere, dove è possibile trovare oro nelle cantine o diamanti nei rifiuti, dove le lacrime sono di carta e le navi vivono dentro a una canzone, dove una risata riesce a superare barriere alte come montagne e gli occhi hanno il colore dell'ultima preghiera.

"Hymns" è un esordio che arriva senza clamori e che si lascia apprezzare poco alla volta, grazie al candore delle sue composizioni, alla dolcezza un po' fatata dei testi, alla leggerezza degli arrangiamenti. È un album suonato con garbo e con grande perizia, fatto di melodie semplici e senza tempo. "There is a place I'm trying to get to / it's right in front of me", canta Kele nella title track. E in fondo questo pensiero si può trasporre anche alla sua musica, perché per emozionarsi davvero non servono per forza voli pindarici o viaggi onirici, basta a volte anche solo, "semplicemente", una manciata di belle Canzoni.

24/11/2010

Tracklist

  1. Hymns
  2. Snow
  3. A Kiss For Your Eyes
  4. Free
  5. Feathers
  6. The Days Of Debt
  7. Red String
  8. Cursive
  9. Johanna
  10. Goodbye Spider

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