Jaguar Love

Per chi fosse rimasto deluso dall’incauta svolta psych Spacemen 3-oriented dell’ultimo controverso Mgmt, niente paura, ci sono i Jaguar Love da Portland, Oregon. Fondati da ex-membri dei leggendari Blood Brothers (l’inconfondibile cantante Johnny Whitney e il chitarrista Cody Votolato) e con all’attivo un album edito da Matador, “Take Me To The Sea”, nel 2008, accolto con discreta curiosità, i Jaguar Love si segnalano per un blaterante synth-glam tanto psicotico quanto irriducibilmente tamarro e caricaturale, gonfiato fin quasi a saltare in aria su sé stesso con ettolitri di elio e gas esilarante, sbracati barocchismi elettropop e chiassosa grandeur AOR, in bilico tra la fanfaronata di un delirio profetico-cocainico con i piedi sul bancone e un improbabile crossover dalla fortissime tinte transgender che vede coinvolti i Mars Volta e i Soft Cell, remixato da Jay-Z e Kid Rock totalmente ubriachi.

Ne viene fuori un flipper abbacinante e iperluminoso per cervelli fibrillati e palati assai forti, all’insegna di un trash-pop martellante e sovrarrangiato, una sorta di wall of sound di cartapesta sbriciolata al servizio di un hardcore-dance-pop superdotato per onanisti dello sballo, che si addentra nella tenebra lussuriosa di una notte senza via d’uscita. Di canzoni da ricordare non ce n’è nemmeno una, a dire il vero (anche se l’isteria di “Polaroids And Red Wine” o “Up All Night” non lascia propriamente indifferenti), quello che più colpisce è lo spirito d’insieme, l’ardita prosopopea e la goliardia glam carnascialesca che la band riesce a immettere in dosi spropositate nelle proprie melodie di seconda mano e nei ritornelli circonfusi di sublime cafonaggine, simili a tratti a un revisionismo orgogliosamente truzzo dei Suicide.

Un album, in definitiva, per stomaci forti, tanto insopportabile quanto simpatico, che non lascerà tracce profonde di sé ma che potrebbe, come già detto, ingannare la disperazione inconsolabile degli irriducibili delusi di “Oracular Spectacular”.

19/04/2010