Lostboy! a.k.a. Jim Kerr

Lostboy!

2010 (Ear Music)
rock, pop-wave

Conosciamo tutti molto bene i Simple Minds, una tra le band più celebri e influenti del Regno Unito. Hanno venduto più di quaranta milioni di dischi nel mondo e continuano ancora oggi a pubblicare dischi e a intraprendere tournée di discreto successo (in particolare in Europa). Il loro leader, Jim Kerr, ha un rapporto speciale e consolidato con il nostro Paese: non solo è stato ospite in dischi del maestro Franco Battiato ("Ferro battuto") e Pino Daniele, ma da circa una decina d'anni gestisce un albergo a Taormina, in Sicilia. Una carriera di certo intensa, fatta di pagine indelebili come "New Gold Dream 81-82-83-84" e di successi internazionali come quella "Don't You (Forget About Me)" che, tuttavia, neppure è firmata da loro.
Trent'anni di successi, ma anche di discese ardite e di risalite - dopo aver abbracciato uno stadium-rock politicamente consapevole ("Street Fighting Years") qualcosa non ha funzionato più, e per le "menti semplici" gli anni Novanta sono stati un decennio crudele (trascorso tra defezioni di musicisti e un'ispirazione più intermittente). Il rinnovato interesse del grande pubblico nei confronti delle sonorità degli eighties ha spinto la ditta Kerr-Burchill a ritornare al suono che li ha resi famosi. "Cry" e "Black & White 050505" sono lavori comunque dignitosi, incisi con minori pressioni da parte delle case discografiche, dall'ottima forma ma dalla sostanza evanescente. Il più recente "Graffiti Soul" convince di più, grazie alla presenza di canzoni come "This Is It", "Stars Will Lead The Way" e "Night Travels" che non sfigurano affatto se eseguite dal vivo in mezzo ai loro classici storici.

Nel corso di una così lunga carriera, l'artista non aveva mai sentito l'esigenza di percorrere strade parallele, di incidere dischi da solista oppure di coltivare dei side-projects come quello che presenta ora. Ci sono state alcune collaborazioni con artisti più o meno noti - tra le più riuscite ricordiamo quelle con i Planet Funk ("One Step Closer") e con i Jam And Spoon (Jim Kerr è ospite nella loro "Cynical Heart", tratta da un disco del duo dance di Francoforte registrato con una parata di stelle che vanno da Tricky a Dolores O'Riordan dei Cranberries passando per l'ex-Ride Mark Gardener e Midge Ure). Ancora meglio gli è andata con l'olandese Mirjam Timmer (ex Twarres), con la quale ha registrato "The Deep Blue Sea". L'ultima collaborazione risale appena a pochi mesi fa: Kerr ha deciso di proporre una nuova, insolita versione acustica di "Promised You A Miracle" con Martha Wainwright in occasione di una campagna internazionale di Oxfam e Ucodep (al fine di ricordare ai leader G8 di mantenere, per l'appunto, le promesse sui paesi poveri). Adesso è arrivato "Lostboy".

Kerr spiega, all'interno del libretto, il significato del nome dato al proprio alter ego: "in qualche modo mi sono rimesso in sintonia con il ragazzo che ero, con quel giovane appassionato che avevo lasciato dietro di me e, misteriosamente, non posso negare l'entusiasmo con cui mi sono riavvicinato all'energia e ai valori liberatori che solo questo personaggio lontanamente familiare poteva darmi". Il (non più) ragazzo non solo non si è perso, ma ha finalmente ritrovato una grinta e un'ispirazione che non si riscontravano da tempo nella sua musica.
Non aspettatevi, però, grandi prese di distanza dalle sonorità tipiche del suo gruppo: manca l'amico fraterno Charlie Burchill, sostituito qui dal produttore e chitarrista Jez Coad (non a caso già all'opera con la band negli ultimi due dischi) ma alcune canzoni, come "Shadowland", non sarebbero fuori posto in un long-playing degli attuali Simple Minds. Un po' come è accaduto ai Bad Lieutenant, che così spesso suonano come i New Order senza il basso liquido di Peter Hook, anche qui è un po' difficile scrollarsi di dosso i più consolidati trademarks.

Gli arrangiamenti sono stratificati con cura e non mancano citazioni e omaggi che orecchie attente possono identificare senza difficoltà. La scintillante "She Fell In Love With Silence" è capace di richiamare tanto "Running Up That Hill" di Kate Bush quanto, soprattutto, l'incedere di "Your Town" dei Deacon Blue; "The Return Of The King" (qui, semmai, vengono in mente certi Marillion con Steve Hogarth) è invece un affettuoso tributo all'amico Billy MacKenzie degli Associates. Sorprendente - ma fino a un certo punto, e vedremo perché - la cover selezionata per questo disco: "Bulletproof Heart" è un brano del 1980 e appartiene al repertorio dei Fingerprintz, band dalle cui ceneri sono poi nati i Silencers (poco fortunati, anche se canzoni come "The Real McCoy" e "I Can Feel It" non sono state disdegnate neanche dai nostri network). L'ex-bassista del gruppo Joseph Donnelly è cugino di Jim, e tra il 1988 e il 1990 riuscirono ad aprire i concerti per i Pretenders di Chrissie Hynde (ex-moglie di Kerr) e per i Simple Minds. La nuova versione è particolarmente riuscita, e pur avendo un opportuno nuovo vestito più adatto al terzo millennio non risulta affatto stravolta. "Red Letter Day" ci riporta alle atmosfere dell'album "Sparkle In The Rain", altro fiore all'occhiello del complesso di Glasgow, ed è il brano in cui il basso di Charlie Jones (che abbiamo già apprezzato nei dischi di Robert Plant e dei Goldfrapp) cattura di più l'attenzione. Eccellenti la pulsante "Remember Asia" e la cinematografica "Nail Through My Heart".

Ci sono tre diverse edizioni dell'album: quella "standard"contiene undici canzoni ed è confezionata in un jewel case, quella "speciale" è disponibile in digipack e ha in scaletta tre bonus track, tra le quali emerge "Karma To This Rain" (con un gustoso inserto di chitarra acustica) mentre la terza, un'edizione limitata per collezionisti, include anche un 45 giri in vinile con altre due canzoni - una delle quali è una cover di "What Goes On" dei Velvet Underground, già omaggiati diversi anni fa in "Neon Lights".
Jim Kerr, che qui si dimostra rigenerato e in ottima forma, ha dichiarato che "Lostboy!" sarà solo il primo di una serie di dischi che inciderà senza la band - che però non si scioglierà. L'esperimento, intanto, ha funzionato. Magari gli fosse venuta quest'idea ai tempi di "Good News From The Next World", o del discontinuo "Neapolis".

31/08/2010

Tracklist

  1. Refugee
  2. She Fell In Love With Silence
  3. Shadowland
  4. Return Of The King
  5. Red Letter Day
  6. Remember Asia
  7. Bulletproof Heart
  8. Lostboy
  9. Nail Thru My Heart
  10. Soloman Solohead
  11. The Wait Parts 1 + 2
  12. Mr. Silversmith (bonus track)
  13. Karma To This Rain (bonus track)
  14. Sad Stone Child (bonus track)

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