“Neu! 4” è circolato come bootleg per lungo tempo, dopo che il progetto di farne un album a tutti gli effetti fu abortito nel 1986. Oggi, scomparso Dinger, Michael Rother ripesca quel materiale e lo pubblica ufficialmente (col titolo di “Neu! '86”) insieme al box vinilitico “Neu! Vinyl Box” che, oltre ai primi tre album in studio, raccoglie “Neu! '72” (un maxi-singolo da 18 minuti), un libro fotografico e un coupon che consente sia di scaricare i dischi in formato digitale, sia di ricevere una maglietta. Inutile dire che l’intero box è essenziale per entrare nel mondo di una delle più grandi band di tutti i tempi. Oggettivamente parlando, ovvio.
Quanto a “Neu! '86”, trattasi di opera decisamente minore, con i due amici (coadiuvati da Conny Plank) insieme per la prima volta in studio dopo una decina di anni. Aggiornando il battito motorik all’era del synth-pop, i Neu! mostrano di saperci ancora fare, anche se non scuotono più le coscienze come un tempo, con tutta l’evidenza dello stacco generazionale a pesare come un macigno (le nevrosi e i tonfi metallici di “Dänzing”, la “gioia” dinamica di “Crazy”, il gioco di incastri-contrasti della chitarra e quelle indimenticabili, dolcissime carezze liriche in “Drive (Grundfunken)”).
Altrove, tra sperimentalismo, cascami eighties e velleitarie tensioni politiche (“La Bomba (Stop Apartheid World-Wide)”), derive ambientali (“Elanoizan”) e tribalismo androide (“Paradise Walk”), si procede a vista ma sempre con buon gusto. In fin dei conti, dopo le opere capitali del triennio 72-75, i due potevano anche permettersi il lusso di pubblicare un disco di puro silenzio.
Assolutamente immensi. Anzi, di più.
03/08/2010