No Age

Everything In Between

2010 (Sub Pop)
punk-rock, noise-pop
6.5

Dopo il clamoroso e inaspettato successo di "Nouns", viatico di tutta uno "scena" esplosa successivamente a suon di chitarre distorte, melodie punk e DIY (Japandroids, Wavves, Male Bonding), questo terzo (ma ufficialmente il secondo) appuntamento discografico made in Sub-Pop dei No Age, non poteva non essere considerato alla stregua di una "maturanda" prova del nove.

 

Intanto, si può senz'altro dire che con "Everything In Between" i No Age chiudano un cerchio cominciato con la raccolta di "Weirdo Rippers", (ricca di distorsioni e rumorismi baccanali), proseguito con il succitato "Nouns", (l'album della maggiore compiutezza, verso una maggiore cantabilità e un'immediatezza melodica che non perde tuttavia il gusto per la velocità, l'abrasività sonora e l'essenzialità tipica di chi gioca a fare del punk) ed enfatizzato ulteriormente dalla sperimentazione quasi pop dell'Ep "Loosing Feeling". Il suono pertanto si fa ora più corposo e riconoscibile, oltre che più ottimizzato e ascoltabile. Tra i soliti feedback chitarristici (anche se meno sporchi) e i frenetici colpi di batteria, si inseriscono in maniera ancora più massiccia samples e loop elettronici, sia nelle tracce più ambientali e atmosferiche (da segnalare "Positive Amputation") sia in quelle più tradizionali. La scanzonata e "dissonante" voce di Spunt è messa ancora di più in primo piano, laddove in passato restava sommersa sotto il muro sonoro imbastito dal duo. Insomma un pop-rock sempre meno noise e lo-fi e sempre più surf e power.

 

I riferimenti da cui attingere, invece, sono sempre gli stessi e rimandano a certo post-hardcore anni 80 e a gruppi quali Jesus & Mary Chain (come nel sound allo stesso tempo melodico e rumoroso delle marziali "Life Prowler" e "Glitter", tra ritornelli bubblegum e feedback fluttuanti dal gusto spaziale, quasi shoegaze), Ramones (come nello skate-punk dell'isterica "Fever Dreaming"), Husker Du (le deliranti sventagliate garage di "Depletion"), Velvet Underground (l'incedere martellante di "Skinned"), Nirvana (le chitarre taglienti e dissonanti di "Valley Hump Crash") e naturalmente Sonic Youth (la stralunata "Chem Trails").

 

Il risultato è di certo apprezzabile, ma non siamo ai livelli dell'album di esordio. Ancora una volta, i pezzi buoni e talora memorabili non mancano, ma è come se a fronte di una maggiore compiutezza sonora e melodica, i No Age abbiano perso qualcosa in termini di freschezza, spontaneità e, soprattutto, di impeto devastante ed eccitante frenesia. Solleticano e divertono l'animo, laddove prima lo colpivano con ingenua, giovane, violenza.

 

20/09/2010

Tracklist

  1. Life Prowler
  2. Glitter
  3. Fever Dreaming
  4. Depletion
  5. Common Heat
  6. Skinned
  7. Katerpillar
  8. Valley Hump Crash
  9. Sorts
  10. Dusted
  11. Positive Amputation
  12. Shed and Transcend
  13. Chem Trails

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