Architeuthis Rex

Urania

2011 (Utech)
drone, dark-ambient

L'immaginario è sci-fi e mitologico. In primis, titolo alla mano, la collana Urania della Mondadori, ma non nelle recenti riedizioni, con copertina rigida e grafica in rilievo, bensì nell'originaria veste sobria, assai più intimidatoria. E poi l'antica Grecia, vista però con occhio femmineo e distruttivo.
Gli Architeuthis Rex, Antonio Gallucci (chitarra, synth e sound processing) e Francesca Marongiu (synth e voce), riescono a convogliare istanze avant metal (Sunn O))) e Locrian) e dark-ambient (Nocturnal Emissions e certi Coil) meglio di un Burial Hex qualsiasi.

Esemplari per concezione (mai un secondo sprecato) e feeling, le sei tracce di "Urania" suonano come dei Dead Can Dance alla deriva, nella "Title Track" (una Marongiu sugli scudi), alla Swans - i primi, quelli crudi e nichilisti - in "Esione", e orgiastici, come musicassero un horror sci-fi d'antan, in "SpaceMetal #1".
Con quel tipo di cinema -  e "Aelita" di Protazanov come paradigma - a ispirare, e sorretti dalla guida spirituale di Ursula K. Le Guin (il libretto interno al cd riporta un passaggio de "La Mano Sinistra Delle Tenebre"), gli Architeuthis Rex realizzano un opera nera e visionaria, ora wave Suicide ("SpaceMetal #2"), e ottundente tipo Faust - ah, quell'organetto - e Maja Ratkje - ah, quei vocalizzi - in territori drone-metal ("Anfitrite", moglie di Poseidone che trasformò Medusa, quando questa era ancora bella, da amante del marito a orribile volatile), ora prossima a certi Pan Sonic in salsa John Carpenter ("Basiliscus", nell'antica Grecia, nome di un modello femminile che distruggeva col solo sguardo).

L'artwork è opera di Reuben Sawyer, un istituzione negli ambiti black-metal; e loro, Architeuthis Rex, sono un nome su cui puntare.

07/12/2011

Tracklist

  1. SpaceMetal #1
  2. Urania
  3. Esione
  4. Basiliscus
  5. Anfitrite
  6. SpaceMetal #2

 

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