Coil

Coil

L'esoterismo industrial

Il duo formato dello sciamano John Balance e del mago di synth & sampler Peter Christopherson ha tracciato le coordinate di un sound potente e glaciale: una danse macabre propulsa da sbilenchi ritmi industriali e sprofondata in un vortice di campionamenti. Una formula che ha conosciuto successive evoluzioni e rivoluzioni, attraverso la ricerca delle più disparate sorgenti di suono, consacrando i Coil come leader della corrente esoterica dell'industrial britannico

di Mauro Roma

Come per gran parte dei gruppi figli della "rivoluzione industriale" portata nel rock dai Throbbing Gristle a fine anni Settanta, anche la discografia dei Coil si è sviluppata all'insegna della dispersività, tra uscite ufficiali e rivisitazioni di uscite ufficiali, tra inediti e antologie, tra collaborazioni e side-project. Riassumerne la storia equivale dunque un po' a stendere un complicato albero genealogico.
In ogni caso i Coil si sono meritatamente affermati tanto come rappresentanti di punta (insieme ai Current 93 di David Tibet) della corrente "esoterica" dell'industrial britannico, quanto - soprattutto - come uno dei gruppi più creativi, fantasiosi e versatili del genere. La loro ricerca sul campionamento delle più disparate "sorgenti di suono" li ha condotti a ottenere risultati di alto livello tanto nell'avanguardia elettronica più ostica, quanto nella creazione di canzoni regolari e addirittura ballabili.

È il 1981 quando si sciolgono i Throbbing Gristle, il quartetto londinese che aveva a tutti gli effetti inventato la musica industriale. Metà del quartetto, ovvero il "guru" Genesis P.Orridge (alias Neil Megson, cantante e multi-strumentista, figura controversa e performer estremo) e lo sperimentatore elettronico Peter Christopherson, formò a quel punto un nuovo gruppo, gli Psychic TV. Proprio a quella formazione si aggrega il ventenne Geff Rushton: grande fan dei Throbbing Gristle, il giovane Geff era già personaggio noto nell'underground industriale del periodo tramite la sua fanzine StabMental e la sua militanza in gruppi come Murderwerkers e Cultural Amnesia: nel 1983 lascia gli Psychic TV e alla ricerca di una strada più personale si unisce dapprima ai neonati Current 93 dell'amico David Tibet, poi agli Zos Kia, band tra le più estreme del movimento. Nello stesso anno in occasione di alcune registrazioni degli Zos Kia, documentate dall'Ep Transparent, Rushton si sceglie il nome d'arte di John Balance e fonda un suo progetto personale a nome Coil. Poco dopo al progetto si unisce anche Peter Christopherson, anche lui fuoriuscito dagli Psychic TV.

Ben presto Christopherson e Balance diventano coppia anche nella vita oltre che nell'arte. La loro prima uscita a nome Coil è del 1984: l'Ep How To Destroy Angels, contenente un solo brano, 16 minuti di un cerimoniale occulto per sole percussioni (dal gong a ogni sorta di oggetti metallici, persino spade!), musica rituale imparentata coi contemporanei lavori dei Current 93.

Dopo questo primo esperimento il duo si cimenta nella scrittura del primo album Scatology che esce a fine anno e rappresenta una brusca inversione verso territori meno occulti e più "mainstream". Balance passa al canto e Christopherson si scatena al campionamento: per la riuscita del disco si rivela fondamentale però l'apporto in fase di produzione e arrangiamento di Jim Thirlwell (meglio noto come Foetus), uno dei geni del rock industriale, che presta anche la sua voce nel singolo "Panic". Al disco partecipa anche un altro illustre ospite, Gavin Friday dei Virgin Prunes, che scrive e interpreta il testo di "Tenderness Of Wolves", il brano più oscuro della raccolta insieme al raffinatissimo strumentale "At The Heart Of It All". In generale il disco si snoda sulla falsariga di un industrial ora cupamente gotico, ora movimentato e ballabile. I Coil sposano il loro background esoterico e sperimentale a strutture più regolari e accessibili, inventando con questo album il gotico-industriale e iniziando la loro vera carriera.

Con al fianco ancora Thirlwell (celato dallo pseudonimo Clint Ruin) e con l'aggiunta di un terzo membro alla line-up ufficiale, il multi-strumentista Stephen Thrower (ex Possession), Balance e Christopherson perfezionano la formula e realizzano il capolavoro di questo loro primo periodo con Horse Rotorvator (Some Bizarre, 1986). Christopherson e il suo campionatore Fairlight dominano la scena, Balance al canto si rivela "sciamano" di raro carisma e magnetismo. "The Anal Staircase", diventa il loro primo vero hit anche nelle discoteche, con quel suo battito pesante e sconnesso, sul quale piovono una miriade di campionamenti. Il disco ha la sua forza nel suo eclettismo, nella sua energia sonora, tutto al servizio di un'atmosfera insinuante, morbosa. Gli orizzonti del gruppo sono ampissimi: "Slur", cantata da Marc Almond dei Soft Cell, è un altro brano perverso e trascinante, dal clima vagamente gitano; "Penetralia", strumentale a metà tra una marcia folk e un violento rock industriale (e di lì a qualche anni ci sarà da imparare da un brano come questo per gruppi come Ministry e Nine Inch Nails); c'è l'apoteosi gotica di "Ravenous", la fanfara impazzita di "Circles Of Mania", il salmo infernale di "Blood From The Air", la marcia marziale di "The Golden Section" e persino una cover di Leonard Cohen, "Who by fire?". C'è infine il brano storico, "Ostia (the death of Pasolini)", litania superbamente intonata da John Balance nel quale la trasfigurazione in chiave allegorica della morte del regista e scrittore friulano diventa occasione per sfoderare un arrangiamento spericolato e spettacolare, tra nervosi arpeggi di chitarra acustica e le impennate romantiche di una sezione d'archi.
Pochi album come Horse Rotorvator possono vantare un tale, miracoloso equilibrio tra una tale varietà di stili e ispirazioni; le liriche abbandonano i richiami esoterici più ovvi per concentrarsi su scene orgiastiche e tematiche strettamente omosessuali. Ogni brano e ogni arrangiamento traboccano letteralmente di sesso, morte, violenza. I Coil realizzano uno dei dischi più coraggiosi e innovativi degli anni Ottanta, con il quale chiudono idealmente il primo periodo della loro carriera.

Gli anni successivi vedono infatti i due ritirarsi dalla ribalta e concentrarsi su varie collaborazioni (Balance è assiduo ospite nei dischi dei Current 93, Christopherson porta avanti anche un'attività parallela di fotografo e visual-artist, e ha diretto molti videoclip, non solo per altri amici "industrial", ma anche ad esempio quello di "Owner Of A Lonely Heart, successo pop degli Yes), mentre l'attività ufficiale dei Coil si limita alla pubblicazione di Gold Is The Metal... (Threshold House, 1987) un album di (interessanti) scarti e rivisitazioni della mole di materiale proveniente dalle session dei due precedenti album. I due si cimentano anche con una colonna sonora commissionata loro dal geniale regista e scrittore horror Clive Barker per il suo film "Hellraiser", ma il lavoro non verrà mai completato dato il parere negativo dei produttori del film che considerano le musiche scritte dai Coil sin troppo sperimentali e inquietanti.

A parte questo il silenzio, interrotto solo da due singoli ("The Wheal" e "Wrong Eye") fino al 1990, anno in cui i Coil fanno uscire il primo volume della serie Unnatural History, compilation che raccoglie rarità e inediti: non mancano le chicche, specialmente i primi quattro brani realizzati a nome "Sickness of Snakes" in collaborazione con il discusso avanguardista californiano Boyd Rice.

Solo nel 1991 i Coil tornano finalmente a pubblicare un nuovo album, lo spiazzante Love's Secret Domain: al loro fianco c'è stavolta il produttore techno Danny Hyde: affollatissimo di guest-star e collaboratori (tra cui Marc Almond e Rose McDowall), l'album vira verso la house music, in particolare con i singoli "The Snow" e "Windowpane". Memori del passato sono soltanto pochi episodi sparsi, tra cui "Titan Arch", cantata da Marc Almond, e la spettrale parentesi di "Dark River". Il mestiere di manipolatori del suono sembra aver preso il sopravvento su quello di musicisti, anche se non mancano certo gli spunti geniali: "Teenage Lighting", bizzarro ibrido tra flamenco e avanguardia elettronica; "Chaostrophy", straordinario quaderno di appunti orchestrali; "Things Happen", incalzante esperimento di acid-pop
Come già in precedenza all'album è abbinata una raccolta di out-take e materiale rielaborato proveniente dalle stesse session, Stolen And Contaminated Songs, rilasciata l'anno successivo. 

L'album raccoglie anche un relativo successo, così che si comincia a immaginare una loro conversione all'elettronica di consumo; invece, manco a dirlo, i Coil spariscono nuovamente dalle scene, senza più pubblicare nuovo materiale per parecchi anni: gli anni novanta vengono dedicati così a ripulire il magazzino da molti e interessantissimi residui: nel 1992 l'EP d'esordio How To Destroy Angels viene rielaborato con l'aiuto di Steven Stapleton (Nurse With Wound) e riproposto in una nuova edizione arricchita; nel 1994 viene pubblicata la fascinosa soundtrack realizzata dieci anni prima per il film The Angelic Conversation, del regista Derek Jarman, per il quale i Coil scrivono anche le musiche del film "Blue". 

Ancora per tutta la metà degli anni Novanta i Coil pubblicano materiale sperimentale e piuttosto confuso sotto gli pseudonimi ELpH e Black Light District, pubblicano altri due volumi delle raccolte antologiche Unnatural History e nel 1995 remixano alcuni brani di "The Downward Spiral" dei Nine Inch Nails. Proprio con Trent Reznor, nei suoi studi di New Orleans, i Coil registrano moltissimo materiale che però non vedrà mai la luce per parecchio tempo, sebbene apparso immediatamente come bootleg con il titolo di Backwards

È solo a fine anni Novanta che Balance e Christopherson si reinventano nuovamente, stavolta nelle vesti di dotti sperimentatori: la loro nuova vocazione punta a stendere un ponte tra la musica cosmica dei Tangerine Dream e le nuove stelle dell'elettronica inglese (non mancano infatti riferimenti agli Autechre e agli "ambient works" di Aphex Twin), e riportando nel contempo in primo piano le ispirazioni di matrice religiosa; dedito allo sciamanesimo, alla magia nordica, studioso di Crowley e Spare, John Balance acquisterà d'ora in poi un carisma unico, che coincide anche con le prime apparizioni dal vivo dei Coil. Spiritato e magnetico, il leader del gruppo diventerà guida spirituale di un'intera sottocultura "esoterica", musicale e non solo.

Il nuovo corso, l'era d'oro dei Coil, inizia in sordina con le quattro lunghe composizioni pubblicate a nome Time Machines (1998), lavoro che a detta di John Balance, è stato concepito e realizzato sotto massicce dosi di allucinogeni. E si sente. Esperimento che si risove in un lavoro affascinante, ma faticoso.

Al contrario, i Coil sfornano il loro capolavoro assoluto con i due volumi della Musick To Play In The Dark (1999-2000), enciclopedia di musica magica (o "Moon Musick" come la definisce lo stesso Balance) che segna il vertice della ricerca artistica del duo. Coadiuvati da Drew McDowall e dal tastierista Thighpaulsandra (all'anagrafe Timothy Lewis, già membro degli Spiritualized e collaboratore di Julian Cope), Balance e Christopherson realizzano un'opera complessa e monumentale, divisa in due volumi usciti separatamente, per complessivi 117 minuti di musica. Un viaggio che si snoda attraverso brani che plasmano tempo e spazio a loro piacimento, passando dalla splendida piece di elettronica "cosmica" e atmosferica di "Red Birds Will Fly Out Of The East And Destroy Paris In A Night" (il chilometrico titolo è tratto da una centuria di Nostradamus), all'elegante incedere jazzato della straordinaria "Red Queen", di tenebrose litanie come "Ether" e "The Dreamer Is Still Asleep" alle aperture etniche e sinfoniche di "Tiny Golden Books". Sino alla rarefazione assoluta della conclusiva "Batwings", forse il momento più suggestivo dell'intera opera: un salmo scandito dalla sola voce recitante di John Balance, accompagnato solo da poche, timide note di tastiera e da sparuti rumori di sottofondo. Nella sua interezza, "Musick..." si impone come opera magnifica, esempio di musica libera e ispirata, astrale reinvenzione di decenni di certezze e e forme musicali a noi note.

Il momento magico (in tutti i sensi) che caratterizza questa seconda giovinezza del gruppo prosegue con Astral Disaster, opera a torto giudicata da molti un episodio collaterale, in realtà altro splendido lavoro di fortissima valenza mistica e simbolica, oltre che musicale. Registrato nel 1998 durante i giorni del Samhain (l'originaria festività pagana distrutta dalla pagliacciata all'americana di Halloween) e pubblicato il 31 dicembre del 1999 in una edizione in vinile a tiratura limitatissima (99 copie, appunto), l'album verrà poi ripubblicato in normale edizione CD con splendido artwork a cura di Steven Stapleton e una tracklist riveduta e corretta. Vi partecipano Drew McDowell, Tighpaulsandra e ospiti come Gary Ramon (degli shoegazers SunDial). Musicalmente l'opera è votata ancora di più all'esplorazione di sonorità "cosmiche", a cominciare dall'iniziale "The Avatars", assortimento di ronzii ed echi siderali degno dei Tangerine Dream. L'album trova comunque la sua ragione d'essere nei due lunghissimi cerimoniali "The Mothership And The Fatherland" (22'), ricco di splendidi tocchi ambientali, e "The Sea Priestess" (14'), che alla abissale salmodia occulta intonata da John Balance (e ispirata da una visita alla famosa casa/tempio di Aleister Crowley a Cefalù) contrappone uno sfondo sonoro che richiama i Popol Vuh più ascetici. Da segnalare anche il brano presente solo nella versione cd, una variazione sul tema ambientale di "The Mothership And The Fatherland", intitolato "MU-UR", che aggiunge al mix un delicato loop pianistico.

Si continua sempre nel 2000 con Constant Shallowness Leads To Evil, culminante nella suite "Tunnel Of Goats", con Queens Of The Circulating Library, lunga composizione realizzata dal solo John Balance con Thighpaulsandra. Quest'ultimo realizza poi nel 2001 il suo primo disco solista, ma la presenza di John Balance come vocalist e paroliere e di Christopherson ai trattamenti elettronici rende anche Thighpaulsandra I un disco a tutti gli effetti di marca Coil. A chiudere questo intensissimo biennio arriva nel gennaio 2002 un secondo monumentale doppio-album all'insegna di quella "Moon Musick" che pare nutrire il genio di Balance senza sosta. L'opera esce con il titolo Moon's Milk (In Four Phases) e in realtà raccoglie non materiale nuovo ma quattro EP registrati nel 1998 pubblicati in occasione dei due solstizi e dei due equinozi. La musica spazia verso lidi sempre più "cosmici" e spirituali, e soprattutto esplode continuamente abbaglianti lampi di radiosa bellezza. "Amethyst Deceiver", "Rosa Decidua", "Magnetic North" e tante altre. 

Tanto febbrile, frenetica e straripante di materiale l'attività tra il 1998 e il 2002 quanto repentino è il nuovo silenzio in cui i Coil si chiudono, continuando comunque frequenti apparizioni dal vivo. Sino al 13 novembre 2004, giorno in cui John Balance, tradito dai suoi decennali problemi di alcolismo, cade dalle scale di casa sua e muore, scomparsa assurda e improvvisa che lascia disorientati e increduli tanto i suoi fans quanto i suoi amici e colleghi musicisti.

Al momento della sua scomparsa i Coil stavano di nuovo cambiando pelle, dopo un decennio di incredibili esplorazioni elettroniche stavano ora sperimentando un suono più "live" (grazie anche all'apporto dei nuovi membri Mike York, Cliff Stapleton e Simon Norris), un suono bizzarro e ondulato, al tempo stesso denso e minimale, messo a punto in uscite non del tutto ufficiali sebbene di assoluto valore come "The Remote Viewer" (2003) e "Black Antlers" (2004). 
L'atto ufficiale che conclude la storia dei Coil è invece l'album assemblato da Christopherson come sentito omaggio alla memoria del suo ex compagno, The Ape Of Naples (2005) racconta di "canzoni" aliene e allucinate. Album-testamento che è anche una delle espressioni più riuscite dell'arte dei Coil, un album che chiude nel modo migliore una carriera fuori dal comune; ma naturalmente resterà nella memoria anche e soprattutto come l'ultima occasione per condividere le visioni di Geff Rushton, un uomo che ha nutrito la sua vita e la sua arte con i suoi eccessi, trasformandoli in tappe di un intenso cammino personale e spirituale oltre che musicale. Un cammino che termina in questo album di grande, sofferta e luminosa bellezza.

Peter Christopherson ne raccoglie il lascito: dando vita ufficiale a numerosi e preziosi bootleg, varando un suo nuovo progetto personale a nome The Threshold HouseBoys Choir e riunendosi con successo ai vecchi compagni Throbbing Gristle. Il cerchio è chiuso.

Coil

Discografia

Zos Kia ft.COIL: Transparent (Threshold House, 1983)

8

How To Destroy Angels (Ep, Laylah Antirecords, 1984)

Scatology (Force & Form, 1984)

7

Horse Rotorvator (Threshold House, 1986)

8

Gold Is The Metal With Broudest Shoulder (Threshold House, 1987)

6,5

Themes For Hellraiser (soundtrack, 1987)

Unnatural History vol. I (Threshold House, 1990)

7

Love's Secret Domain (Wax Trax, 1991)

7

Stolen And Contaminated Songs (Threshold House, 1992)

6

How To Destroy Angels Remixes (Threshold House, 1992)

6,5

The Angelic Conversation (soundtrack, Threshold House, 1994)

7

ELpH: Protection (Ep, 1994)

6

ELpH: Worship the glitch (Eskaton, 1995)

5

Unnatural History vol. II (Threshold House, 1995)

Black Light District: 1000 Lights In A Darkened Room (Eskaton, 1996)

6

Music For Commercials / Unnatural History vol. III (Threshold House, 1997)

Time Machines (Eskaton, 1998)

8

Musick To Play In The Dark Vol. I (Chalice, 1999)

8,5

Musick To Play In The Dark vol. II (Chalice, 2000)

8,5

Astral Disaster (Eskaton, 2000)

8

Constant Shallowness Leads To Evil (Eskaton, 2000)

6

Queens Of The Circulating Library (Eskaton, 2000)

Thighpaulsandra: I (Eskaton, 2001)

6,5

Moon's Milk (In Four Phases) (Eskaton, 2002)

8

The Ape Of Naples (Threshold House, 2005)

8

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