Foetus

Nail

1985 (Self Immolation)
industrial

Foetus, ovvero James Thirlwell, è uno dei più grandi artisti della storia del rock. Nelle sue opere maggiori, rappresentò per la musica industriale quello che anni prima Frank Zappa aveva rappresentato per l'era psichedelica: il profeta della "musica totale". Partito nel 1978 dalla natìa Australia e approdato in una Londra dai risvolti socio-politici e artistici in tutti i sensi decisivi per gli anni a venire, Foetus ebbe modo di temprare la sua personalità, spasticamente sbilanciata tra tensione autodistruttiva e impulso alla definizione di uno spazio vitale, grazie alle esperienze musicali - e non - che veniva via via facendo.

Birthday Party, Coil, Throbbing Gristle, Cabaret Voltaire furono solo alcuni degli artisti con i quali ebbe modo di confrontarsi. Mentre lavorava in un negozio di dischi in Oxford Street, inoltre, venne in contatto con Steven Stapleton, mente del progetto Nurse With Wound. Fu senza dubbio l'attimo in cui Foetus definì una volta per tutte la sua idea di musica industriale. Modellando, infatti, la schizofrenia punk-primitivista dei Birthday Party, l'estetica industriale fortemente espressionista dei pionieri Throbbing Gristle e una certa propensione per le soundtrack cinematografiche con l'eresia satirica e surrealista del Nurse With Wound sound, Foetus giunse alla definizione di una incredibile variante sinfonico-nichilista-ballabile della musica industriale, candidandosi fin dall'esordio su 45 giri di "OKFM/Spite Your Face" (1981) come uno dei massimi musicisti della sua epoca.

Attraverso 33 giri come "Deaf" (1981) e "Ache" (1982), ebbe poi modo di sviluppare sempre in modo più professionale e originale quella sua intuizione, lavorando, contemporaneamente, sulle tecniche di registrazione. Così, "Hole" (1984) risultò essere il suo primo capolavoro, forte di brani eccezionali come "I'll Meet You In Poland, Baby", "Cold Day In Hell" e "Hot Horse". Ma se "Hole" mostrava, tutto sommato, ancora qualche leggerissima indecisione compositiva, "Nail" (1985) rivelò integra e senza sbavature tutta la sua statura artistica.

Partendo dal presupposto che "le due emozioni umane più distruttive sono la paura e il senso di colpa", Foetus orchestra un vero e proprio concept sulla liberazione, capace anche di appropriarsi, in maniera "immonda" e letteralmente "malvagia", di alcuni capisaldi dell'avanguardia del Novecento (Stockhausen e Varèse per la tecnica del collage; Pierre Schaeffer per la manipolazione di elementi "concreti"), il tutto senza mai dimenticare una delle sue grandi passioni: Richard Wagner. Tanto che proprio da quest'ultimo sembra provenire la magniloquenza di "Theme From Pigdome Come", sublime overture che instaura immediatamente un clima di terrore psichico. "The Throne Of Agony" è punk-a-billy deforme e mutante, percussivo e in solenne ascesa verso un miraggio di vaudeville grandguignolesco e una progressione che è quasi synth-pop all'ennesima potenza, che muta tanto impercettibilmente quanto rapidamente in un twist ipercinetico, prima di liberarsi nell'urlo finale ("Aaaaa-gooooo-nyyyyy!") e schiantarsi nell'esplosione di "!". "Pigswill" è uno dei brani più spericolati e "difficili" della sua carriera. Disquisizioni bavose e bestiali, rumori metallici assortiti e "swinganti" e geyser di chitarra trattata contribuiscono a creare uno scenario costellato di svariate rovine musicali, assemblate superbamente in un gioco di incastri che viene a trovare la sua redenzione solo nell'ultimo minuto, quando, ormai sull'orlo del collasso, sia Foetus che la sua mostruosa creatura sonora si lanciano in un esagitato galoppo di art-punk, con tanto di mini-apoteosi wagneriana (a 5'32") e carica agit-prop "radicale" nel finale ("Destroy... Destroy...").

La lenta evoluzione simil-circolare di "Descent Into The Inferno" acuisce ulteriormente la carica percussiva. Il brano si presenta come un frenetico e laborioso processo di accumulazione, capace di sfoderare una carica dinamitarda tanto solenne quanto degradata e "degradante" dal punto di vista emotivo e sonoro. Dal canto suo, "Enter The Exterminator" gioca la carta del thriller gotico: recitazione "strozzata", i soliti rumori sparsi sulla tela a dare vita a un paesaggio crepuscolare e finanche "sinistro", rintocchi sordi di campana, stridere di nodi scorsoi, contrappunti sinfonici. Nelle mani di Foetus, il funk-jazz di "DI-1-9026", assume la solita effervescenza adrenalinica: creatura sfregiata da poliritmi che emergono da tutte le direzioni, staccato vertiginosi, swing ipercinetici, progressioni di synth-pop "compresso", tumulti tribaloidi, trombe "free" e tapis-roulant orchestrali. Con "The Overture From Pigdome Come" si torna dalle parti del sinfonismo monolitico e tragico di Wagner. Lo straordinario crescendo consegna il disco al rumorismo espressionista di "Private War", che sta a metà strada tra gli Einsturzende Neubauten di "Kollaps" e i Pere Ubu di "Sentimental Journey" (su "The Modern Dance"). Senza soluzione di continuità, si scivola nell'apocalisse psichica di "Anything (Viva!)", capolavoro assoluto del disco. La prima parte completa il paesaggio isterico del brano precedente, tirando la volata atomica della seconda (riff heavy-metall e batterismo "ferroviario"), in cui Foetus sfoga tutta la sua rabbia, in un tenebroso scenario di esaltazione titanica. L'ultima parte, industrial-orchestrale "definitiva", chiarisce che lo scopo della liberazione di cui si parlava su innanzi è nient'altro che poter fare "any goddamn thing I want".

La sensazione finale, dinanzi a tanta prodigiosa creatività, è che Foetus abbia creato uno dei linguaggi musicali più potenti dell'intera musica rock. Le sue non sono più composizioni. Sono vere e proprie orge, sadicamente orchestrate per distruggere certezze.

29/10/2006

Tracklist

  1. Theme From Pigdom Come
  2. The Throne Of Agony
  3. !
  4. Pigswell
  5. Descent Into The Inferno
  6. Enter The Exterminator
  7. DI-1-9026
  8. The Overture From Pigdom Come
  9. Anything (Viva!)