Il prode Enrico Gabrielli, già multistrumentista e arrangiatore (in primis di Mariposa e Calibro 35, ma anche direttore d’orchestra per gli Afterhours a Sanremo 2009), intraprende una doverosa avventura solista con il progetto Der Maurer.
Nell’album che ne deriva sono presenti riletture di brani di musica colta di ere disparate e un solo brano originale. Anzitutto vi è una reinterpretazione (un’edizione per fiati da camera) del “New York Counterpoint” di Steve Reich. Pur mantenendone inalterato il linguaggio - la transizione dell’autore dalle “Pulses” ai movimenti sinfonici - la sua riduzione da camera perde qualcosa in termini di respiro. Quindi “Matematica Naif”, di suo pugno (risalente al 2002 quando ancora studiava musica), è di nuovo un tributo al minimalismo: dapprima i solfeggi ripetitivi di Philip Glass, quindi adagio horror, infine ritorno al tempo primo, abbruttito.
“Workers Union” è una delle piéce aleatorie più famose di Louis Andriessen, qui in resa zappiana (quindici minuti di tempi impossibili, fanfare idiote, svarioni timbrici, etc). La chicca del disco è la quarta delle “Canzon a suonar” di Giovanni Gabrieli, veneziano del '500 (una corrispondenza di amorosi sensi con lo strumentista), un interludio ridotto per fiati e voci a cappella.
Di tutte le dimostrazioni del talento di Gabrielli questa, che dovrebbe essere la più veritiera, è invece la più ingessata, intellettualoide. “Matematica Naif”, l’unico brano in cui si testa anche la sua stoffa di compositore suona proprio così: naif. Negli altri brani fa un compitino un po’ intimorito. Primo volume di una collana di cui ci sono già anticipazioni sul secondo (Ligeti e di nuovo la sua ossessione per Reich). Uscito nel 2010 come download digitale, l’uscita fisica inizialmente era stata esclusa. Il nome del progetto è un omaggio a suo padre e suo nonno, muratori.
05/09/2011