Get Up Kids

There Are Rules

2011 (Quality Hill)
post punk; emo-core

Se è vero che "ci sono regole" auree e invariabili nella vita di un gruppo rock, una di queste è sicuramente quella per cui una sterzata troppo repentina dal binario naturale del proprio sound raramente paga. Specie se non si è pienamente in grado di controllarla, né troppo convinti della direzione in cui tagliare. È il caso del nuovo disco dei Get Up Kids, che tornano insieme a cinque anni e spiccioli dallo split che sembrava averli definitivamente relegati fra le memorabilia giovanili d'inizio millennio. A chi per ragioni anagrafiche o d'intolleranza musicale non avesse la più vaga di idea di che cosa stiamo parlando, ricordiamo che i cinque di Kansas City sono stati, neanche un decennio fa, un po' gli alfieri della seconda generazione emo-punk, coloro che con il disco manifesto "Something How To Write About" (1999) hanno portato questo (non)genere nei salotti buoni del rock alternativo. Ben prima che questa definizione si trasformasse in un fenomeno di cosmesi e acconciature per adolescenti e sceneggiatori di film sui vampiri e quindi in un vero e proprio insulto. Tanto più che loro stessi, nel volenteroso tentativo di affrancarsi da questa etichetta, nei due album successivi avevano preferito virare su un power-pop leggermente più AOR che alternava aitanti melodie chitarristiche a più cupi riflussi d'atmosfera con le tastiere in evidenza (come l'ottima "Is There A Way Out", uno dei brani migliori dell'ultimo "Guilt Show" e probabilmente della loro carriera).

Ma né questi trascorsi, comunque più che dignitosi, né la recente reunion per celebrare il decennale del loro cavallo di battaglia, lasciavano presagire che il prossimo passo sarebbe stato così azzardato. Se, almeno apparentemente, "There Are Rules" ha poco o nulla a che vedere sia con il loro già riconosciuto pop-punk ombelicale, sia con la melanconia post-rurale di progetti collaterali - come The New Amsterdams o il disco solista del cantante Matt Pryor - è soprattutto colpa (o merito) della produzione iper-volumetrica di Ed Rose, che mette le tastiere in primissimo piano, imballando voce e chitarre in una viscosa placenta di effetti elettronici, synth debordanti, suoni saturi e altra roba anni 80. Un maquillage sonico che sembra studiato a tavolino per cavalcare l'onda del revival di certa new wave e synth-pop, ma che non porta con sé un'adeguata e corrispettiva maturazione sul piano della scrittura. Anzi, alcuni brani come "Rememorable", "Regent's Court" e "Birmingham" non sono altro che la piatta giustapposizione di questo nuovo trattamento al vecchio impianto punk melodico da cui, comprensibilmente, il gruppo fatica a staccarsi. Peccato che qui manchino del tutto i loro punti di forza: il ritmo scrosciante, i guizzi melodici, i ritornelli che sgorgano di getto.

Tutto diventa allora involuto e ripetitivo, come nel synth-punk di "Automatic" o "Pararelevant", mentre l'invadenza plasticosa della confezione finisce per soffocare anche episodi d'un qualche spessore come "Better Lies" o l'industriale e tagliente "Keith Case".

Nel marasma generale si salvano, a malapena, quei pochi pezzi in cui il dna geneticamente modificato del gruppo non fa del tutto a pugni con le sue qualità compositive: il fuzz angolare e la sporcizia distorsiva di "Tithe" e "The Widow Paris" (in cui si sente la mano di Bob Weston degli Shellac, già produttore del disco d'esordio del gruppo che qui dà una mano al mixaggio), il clima quasi dark e spettrale di "Rally Round The Fool" e "When It Dies", il synth-pop da spiaggia di "Shatter Lung" . Se l'obiettivo dei Get Up Kids era far dimenticare il loro passato e prendere in contropiede il loro pubblico di riferimento, allora "There Are Rules" è un disco pienamente riuscito.
Per il resto non è detto che questo incidente di percorso (o di fine corsa) non possa, un giorno, diventare oggetto di culto kitsch fra i più acritici sostenitori del decennio oggi più di moda, dentro e fuori la musica indie.

27/02/2011

Tracklist

  1. Tithe
  2. Regent's Court
  3. Shatter Your Lung
  4. Automatic
  5. Pararelevant
  6. Rally Round The Fool
  7. Better Lies
  8. Keith Case
  9. The Widow Paris
  10. Birmingham
  11. When It Dies
  12. Rememorable

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