Joan Of Arc, come dire una delle eterne promesse, mai completamente mantenute, del post-rock internazionale. Da sempre pare siano costantemente sul punto di esplodere, e invece continuano a navigare a stento. Mai un disco davvero brutto, mai neppure un lavoro degno di farli ricordare ai posteri.
Dopo l'interlocutorio "Oh Brother", pubblicato appena pochi mesi fa, stavolta va decisamente meglio con "Life Like", forte di momenti che arrivano a due passi dal diventare memorabili. Poi, come al solito, qualcosa non funziona del tutto e anche questo album prende le sembianze di meraviglioso incompiuto.
Prendete la prima traccia, "I Saw The Messed Binds Of My Generation", e ditemi se non vi riporta alla mente i migliori June Of 44. Oppure perdetevi nelle derive soniche di "Deep State" e soprattutto dell'ottima "Night Life Style".
Ma come contraltare ci sono le troppe situazioni nelle quali il buon Tim Kisella avrebbe potuto curare il tutto con maggiore personalità. "Like Force" è un'insipida ballata folk, "Still Life" si trascina senza una meta precisa, "Like Minded" mantiene solo in parte la promesse, perdendosi in una parte centrale troppo debole. Il resto sta a galla, senza infamia e senza lode.
Registrato da Steve Albini presso gli Electrical Audio Studios di Chicago, "Life Like" è idealmente diviso in due, come i vinili di una volta. Difficilmente sarà ricordato negli annuari indie-rock di fine anno, ed è un vero peccato, perché stavolta mancava davvero tanto così a Kinsella e soci per firmare il proprio disco definitivo.
19/07/2011