La prima uscita del 2011 per l'etichetta romana Glacial Movements è il nuovo lavoro del suo appassionato fondatore Alessandro Tedeschi, la prima sulla lunga distanza e in completa solitudine sotto il suo inseparabile alias Netherworld a oltre tre anni di distanza dal precedente "Mørketid".
In questo lasso temporale, l'etichetta è notevolmente cresciuta, affermandosi con le sue uscite tematiche quale punto di riferimento mondiale per l'ambient isolazionista e glaciale; nel frattempo, è cresciuto anche Alessandro, sia in qualità di produttore di musica altrui che di autore della propria.
Collaborazioni come quelle con Aidan Baker e con Enrico Coniglio (in Aquadorsa) e prestigiosi ospiti che hanno pubblicato loro lavori per Glacial Movements hanno da un lato affinato la sensibilità dell'artista romano e dall'altro ampliato gli orizzonti dell'etichetta. In particolare la sua ultima pubblicazione "The Art Of Dying Alone", a firma Bvdub, è stata al contempo la "meno ghiacciata" delle proposte prescelte da Tedeschi per la sua creatura "editoriale" e quella in grado di deviarne almeno in parte un'impronta stilistica che permane sempre improntata a profondità ambientali tenebrose e in lentissimo movimento.
Come infatti quel disco introduceva simulacri ritmici e texture brulicanti di vita nell'oscurità della glaciazione artica, così "Over The Summit" apre l'isolazionismo di Tedeschi a una dimensione relativamente più comunicativa, più varia e, almeno in parte, più concisa.
Contrassegnato dalla solita splendida copertina del maestro della fotografia nordica Bjarne Riesto, "Over The Summit" è un viaggio della durata di poco meno di un'ora attraverso rarefazioni ariose e claustrofobiche profondità, descritte attraverso field recordings, samples, violino e gli ormai consueti filtraggi e armonizzazioni di suoni catturati nei luoghi stessi che sono chiamati a evocare. Benché anche in questo caso non manchino folate oscure ed esili fragori di fenditure ghiacciate (in particolare nella title track iniziale e in "Iceblink - Aurora Borealis mix -"), la dedica dell'album alla mitologica Iperborea e il processamento dei suoni dell'aurora boreale donano al risultato complessivo una consistenza eterea, un'impalpabilità ariosa e lieve come non mai, che potrebbe ben interpretarsi quale il corrispettivo luminoso di "Mørketid". Non mancano, dunque, loop armonici, pulsazioni e persino lucenti riflessi che incorniciano lo spettacolo affascinante e sinistro perfettamente reso in musica da "Aurora Performs Its Last Show", con ogni probabilità la composizione più suggestiva realizzata dall'artista romano. Con essa fa il paio la più breve, riassunta nei "soli" sei minuti scarsi di "Crystallized Words", che fissano in maniera indelebile frammenti vocali su un'afasia mai così comunicativa.
Sia chiaro, l'isolazionismo musicale e l'understatement nel suo stesso modo di porsi permangono la peculiare cifra stilistica sottesa al progetto Netherworld, come dimostra la stessa avvertenza di cui alle note di copertina, che consigliano l'ascolto del disco a volume medio-basso in un quieto ambiente notturno. Ma questa volta Alessandro Tedeschi ha scelto una rappresentazione parzialmente diversa del Nord che tanto ama, una rappresentazione che rivolge gli occhi verso l'alto, aprendoli allo stupore e ai brividi di una luce ultraterrena, o chiudendoli per lasciarsi andare ai vagheggiamenti di un'Iperborea al di là della cui vetta splende sempre il sole.
26/01/2011