Nel frattempo si sono succedute apparizioni importanti, come quella al concerto del 1° maggio (nel 2007), e tante collaborazioni eccellenti. Inoltre, ha avuto l'opportunità di aprire alcune date per Moltheni, Max Gazzé, Tiromancino e Afterhours.
Il suo nome in giro si è cominciato a sentire sul serio, ma la Lupi ha voluto approntare il proprio ritorno con la massima cura, lavorandoci di fino, con perizia quasi artigianale, scrivendo e producendo in prima persona, e arrangiando con l'ausilio della band che l'accompagna.
Oggi Valentina è cresciuta, è una trentenne disillusa ma non rassegnata, che getta la propria rabbia, la propria passione, i propri sogni, le proprie denunce sociali e politiche in dodici tracce dense e vibranti. Le declinazioni sono ora più rock ("Non è cambiato nulla", "L'antieroe"), ora quasi jazzate (la trascinante "La mia colpa" è molto acid-jazz), ora tendenti a una sorta di blues metropolitano, ora più vicine all'ideale della morbida ballad cristallina, che può essere resa rotonda e piena ("Al di là del bene e del male", "Quello che vorrei"), oppure dolente e poggiata esclusivamente sul piano ("Bianco minore").
I suoni sono equilibrati, in una sintesi che rasenta la perfezione, pur nella sua apparente semplicità. Ogni singola idea è stata sistemata al posto giusto, non c'è mai una nota di troppo, anzi osservando lo sviluppo della canzoni è chiaro come Valentina abbia a un certo punto deciso di lavorare per sottrazione, chiudendo ogni situazione al momento opportuno, a volte addirittura dando la sensazione di anticipare i tempi, come per lasciare il desiderio di riascoltare subito ogni brano.
Il gruppo alle sue spalle sa picchiare duro ("Io e le tue parole"), ma anche lavorare di fioretto ("Ciò che ancora non conosco"), o farci respirare l'aria polverosa di "L'essenziale", la perfetta canzone da viaggio, con tanto di solo finale alla Frusciante.
Notevole il lavoro svolto alle chitarre da Giorgio Maria Condemi, già con Spiritual Front e Poppy's Portrait, il quale contribuisce a rendere variegata la tavolozza dei colori ricorrendo in ogni traccia ad effetti diversi. Dietro la batteria siede una certezza dei nostri tempi, quel Cesare Petulicchio che dopo l'ottimo lavoro svolto con i Bud Spencer Blues Explosion non ha certo più bisogno di presentazioni. L'ex Cappello a Cilindro Matteo Scanicchio al piano-synth e Fabio Fraschini (già collaboratore di Zero Assoluto) al basso, completano la line-up.
Già la prima traccia, "Dove sei", vale da sola una carriera intera: una di quelle canzoni che in una società giusta e normale dovrebbe essere in heavy rotation ovunque, dalle emittenti radio e televisive più hype, ai centri commerciali di periferia. Ma proseguendo c'è tanto altro, e soprattutto non ci sono riempitivi raffazzonati, bensì una serie di luminosi e imperdibili biglietti da visita che Valentina ci lascia sparsi sulla scrivania.
Ovviamente in un disco al femminile si parla tanto di amore, ma qui ci imbattiamo in rapporti imperfetti, dominati dall'incapacità di comunicare, nonostante l'evidente esistenza di un sentimento. A volte l'amore pare quasi un'entità sconosciuta, una presenza sovrannaturale, bisognosa di essere decifrata, altre volte si vogliono superare grosse delusioni ripartendo anzitutto da se stessi ("Il modo migliore"), altre ancora la protagonista mostra di voler tirar fuori le unghie per non farsi soggiogare dal maschio di turno.
Non usa mezzi termini nella title track, di derivazione shakespeariana, indignandosi per un paese nel quale non si sente rappresentata e protetta, un brano concepito insieme al bravo Adriano Viterbini, l'altra metà dei Bud Spencer Blues Explosion, che mette la propria chitarra in uno dei due duetti del disco. L'altro è con la voce del tastierista Matteo Scanicchio in "Bianco minore".
Il timbro di voce di Valentina è un miracoloso ibrido fra Cristina Donà e Carmen Consoli, con potenzialità da sviluppare che potrebbero portare in futuro a esiti davvero clamorosi. La ricerca esplicitata nelle liriche, sempre ispiratissime, ha pochi uguali oggi in Italia.
"Atto terzo" è la seconda uscita licenziata dalla neonata label Alì Bumaye, a pochi mesi dall'esordio dei Black Friday. Un disco che sorprende di continuo, realizzato da un'artista che si sente romantica e precaria.
Mi aspetto che Valentina Lupi entri in tutti i vostri cuori ed in tutti i vostri lettori cd e digitali. "Atto terzo" è la conferma sensibile e personale per quella che non può non diventare uno dei grandi nomi della musica italiana. Non perdetela dal vivo nel tour che sta per intraprendere in giro per la penisola.
(02/02/2011)