Valentina Lupi

Atto terzo

2011 (Alì Bumaye)
alt-pop, songwriting

Si intitola "Atto Terzo", ma si tratta del secondo album di Valentina Lupi, classe 1981, nata a Velletri, località che pur essendo in provincia di Roma non rappresenta certo il luogo più agevole dal quale tentare il grande salto. Una nuova caparbia partenza, a cinque anni dall'esordio "Non voglio restare come Cappuccetto Rosso", cinque anni densi di apparizioni importanti (come quella all'edizione 2007 del Primo Maggio), eccellenti collaborazioni e numerosi palchi condivisi con - fra gli altri - Moltheni, Max Gazzé, Tiromancino e Afterhours. Un ritorno messo a punto con la massima cura, operando con perizia artigianale, scrivendo e producendo in prima persona, e arrangiando il tutto con l'ausilio di una band di tutto rispetto. Oltre allo straordinario lavoro svolto alle chitarre da Giorgio Maria Condemi (già con Spiritual Front e Poppy's Portrait), il quale contribuisce a rendere variegata la tavolozza dei colori ricorrendo in ogni traccia ad effetti diversi, vanno segnalate le presenze di Cesare Petulicchio dei Bud Spencer Blues Explosion alla batteria, dell'ex Cappello a Cilindro Matteo Scanicchio al piano-synth e di Fabio Fraschini (già collaboratore di Zero Assoluto) al basso.

Valentina è cresciuta, oggi è una trentenne disillusa ma non ancora rassegnata, che inietta rabbia, passione, sogni, denunce sociali e politiche in dodici tracce dense e vibranti, che sanno come avvicinarsi all'indie-rock ("Non è cambiato nulla", "L'antieroe", "Io e le tue parole"), all'acid-jazz (la trascinante "La mia colpa"), al blues metropolitano, a un morbido ideale di ballad cristallina, resa ora in maniera rotonda ("Al di là del bene e del male", "Quello che vorrei"), ora più dolente, poggiandosi esclusivamente sul piano ("Bianco minore"). "Atto Terzo" è un disco nel quale si parla tanto di amore, di amori, spesso imperfetti, rapporti dominati dall'incapacità di comunicare, nonostante l'evidente esistenza di un sentimento. A volte l'amore viene descritto come un'entità sconosciuta, una presenza sovrannaturale, bisognosa di essere decifrata, dove la protagonista di turno può decidere se superare grosse delusioni ripartendo anzitutto da se stessa (è il caso della superba "Il modo migliore", una delle vette del disco), oppure se tirar fuori le unghie per non farsi soggiogare dal maschio di turno.

I suoni sono equilibrati, in una sintesi che rasenta la perfezione, anche quando si lavora di fioretto ("Ciò che ancora non conosco") o si dispensa l'aria polverosa de "L'essenziale", canzone da viaggio chiusa con un assolo che ricorda lo stile di Frusciante. Ogni idea è sistemata al posto giusto, senza mai una nota di troppo, lavorando per sottrazione, eliminando tutto il superfluo, chiudendo ogni canzone al momento giusto, non di rado anticipando i tempi, lasciando forte il desiderio di riascoltare tutto da capo. "Dove sei", la prima traccia, vale un'intera carriera, ma sono tanti i luminosi biglietti da visita che Valentina ci lascia sparsi sulla scrivania. Lasciando spazio anche alla critica espressa nella title track, di derivazione shakespeariana, dove si indigna per un paese nel quale non si sente rappresentata e protetta, un brano concepito insieme ad Adriano Viterbini, l'altra metà dei Bud Spencer Blues Explosion, qui alla chitarra in uno dei due duetti del disco. L'altro è con la voce del tastierista Matteo Scanicchio in "Bianco minore".

A caratterizzare il lavoro è soprattutto il timbro vocale di Valentina, un miracoloso ibrido incastonato fra Cristina Donà e Carmen Consoli, con potenzialità ancora non completamente espresse che lasciano immaginare un futuro pieno di soddisfazioni. La sua voce rende tangibili le ispiratissime liriche che incontrano pochi uguali oggi in Italia. Lei si descrive come una persona romantica e precaria, e ricorrendo a ricette semplici riesce comunque a sorprendere di continuo, grazie a una sensibilità fuori dal comune e a una personalità che oggi la rende artista matura, già considerabile fra le migliori cantautrici della sua generazione. Il disco rappresenta la seconda uscita della neonata etichetta Alì Bumaye, che pochi mesi fa ha battezzato l'apprezzato esordio dei Black Friday.

02/02/2011

Tracklist

  1. Dove sei
  2. Il modo migliore
  3. La mia colpa
  4. Non è cambiato nulla
  5. Al di là del bene e del male
  6. Quello che vorrei
  7. L'antieroe
  8. Bianco minore
  9. Io e le tue parole
  10. L'essenziale
  11. Ciò che ancora non conosco
  12. Atto terzo

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