La parola "black" sta diventando sempre più di comune utilizzo per band derivative o che si rifanno in maniera inequivocabile a sonorità del passato. Black Crowes, Black Keys, Black Mountain, Black Angels, e non solo: fra i più recenti mi viene in mente il giovane rapper Aloe Blacc, e ora possiamo aggiungere anche una nuova realtà italiana denominata Black Friday.
In tempi economicamente duri, pensare a venerdì neri di borsistica memoria potrebbe paventare scenari non proprio idilliaci, ma il diavolo munito di chitarra ritratto nella copertina di "Hard Times" (per l'appunto) sembra volerci dare una mano ad esorcizzare qualsiasi potenziale rischio.
Prendiamo un bel chitarrone acustico, un microfono vintage style, fuori il vocione roco, ed eccoci tutti intorno al fuoco a canticchiare una manciata di classici senza tempo.
Il progetto Black Friday nasce da un'idea di Andrea Viterbini, vale a dire la metà dei Bud Spencer Blues Explosion, e Luca Sapio, già cantante con Quintorigo e Accelerators.
Viterbini, lascia per l'occasione da parte gli aspetti vocali e qui si occupa esclusivamente della gestione della sei corde, mentre Sapio gli si affianca come cantante nello snocciolamento di dieci traditional american folk songs rigorosamente reinterpretate con competenza e partecipazione.
Pur nella nudità di chitarra e voce, il piglio è più o meno quello che diede vita al secondo monumentale lato di "Led Zeppelin III".
Il duo ripesca veri e propri evergreen delle dodici battute come "Love In Vain" di Robert Johnson (della quale esiste già una bella versione eseguita da Eric Clapton), "Death Letter Blues" di Son House e "Trouble Soon Be Over" di Blind Willie Johnson,
In "Hard Times" c'è spazio non solo per sofferti blues del delta come "Cool Drink Water Blues" di un altro Johnson, Tommy, "Tom Rushen Blues" di Charley Patton e "Hard Times Killing Floor" di Skip James, ma anche per preziosi standard soul ("The Dark End Of The Street" di James Carr), e imprevedibili reminescenze grunge ("School" dei Nirvana!), che aggiungono qualche pennellata di colore in più al repertorio.
Viene riproposta anche "In The Pines", un traditional del 1870 eseguito più volte da Lead Belly, del quale la band di Kurt Cobain fece una famosa cover che fu inserita nell'"Unplugged In New York" con il titolo "Where Did You Sleep Last Night".
Per nulla avulsi dal resto della scaletta, trovano posto due brani originali posti in apertura ("Strange Gal") e chiusura ("Jupiter"), e va riconosciuto agli autori (gli stessi Black Friday) il merito di non sfigurare affatto al cospetto di simili mostri sacri.
Le dodici ci infernali interpretazioni contenute in "Hard Times", pubblicato dalla neonata label Alì Bumaye, sono state registrate in presa diretta in una sola giornata, soltanto chitarra e voce, con qualche sventagliata di piano.
Chi si aspettava da Viterbini nuove cavalcate elettriche potrebbe restare deluso, ma per quelle sarà sufficiente attendere il prossimo lavoro dei Bud Spencer Blue Explosion.
Questo è un progetto pensato per sviluppare nuove coordinate musicali, decisamente più roots, e nel suo piccolo non possiamo che ritenerlo un esperimento perfettamente riuscito.17/11/2010