Ariel Pink's Haunted Graffiti

Mature Themes

2012 (4AD)
psychedelic pop, lo-fi

Chissà se un giorno riusciremo mai a comprendere l'enigmatico personaggio che si cela dietro quelle ciocche bionde increspate e il nomignolo alquanto puerile di Ariel Pink. Scostante ed ermetico, il musicista californiano ama lanciare input di ogni sorta per il solo gusto di disfarli e far perdere le proprie tracce, indossando una nuova maschera per poi tornare al punto di partenza.
Melodie dolci e orecchiabilissime che nascono inaspettate su sporcizie e rumorismi imbastiti quasi compulsivamente: questo è quello che in soldoni combina Ariel Pink con microfoni, musicassette e apparati vintage assortiti. Una formula che l'ottimo "Before Today", il suo disco ad oggi più fortunato (163° nella Billboard Chart...), ha deviato in maniera decisa con un approccio più pop e naïf, segnando un giro di boa difficilmente reversibile.
"Mature Themes" è già nel titolo il tentativo di approdare finalmente alla maturità, qualsiasi cosa possa voler dire per il nostro, con il legittimo sospetto che si tratti però dell'ennesimo specchietto per le allodole del losangelino.

"Kinski Assassin" sorprende come un flashback che riporta ai gloriosi esordi di "House Arrest" e "The Doldrums", vantando però una produzione sensibilmente più pulita e controllata, come il nostro pare aver appreso dal suo ingresso in casa 4AD.
"Is This The Best Spot" è poco più di un divertissement fricchettone dal piglio punk, prima di aprirsi però all'improvviso in due scintillanti numeri di spensieratezza pop sotto psichedelici: "Mature Themes" e "Only In My Dreams" coniugano con disinvoltura Sessanta e Ottanta, raccogliendo quanto basta per architettare due freschi motivetti che s'appiccicano al primo ascolto.
Come da copione, l'album si perde felicemente nell'incoerenza più totale, inserendo la marcia di una psichedelia più convenzionale ("Driftwood", "Early Birds Of Babylon"), per poi tornare nuovamente al baccanale lo-fi più disturbato e disturbante ("Schnitzel Boogie") e regalare quindi un altro momento di grazia pop deviata come "Symphony Of The Nymph".

Al di là dello strato superficiale della forma musicale, i mille volti che assume Ariel Pink lungo le tredici tracce arrivano in verità ancora una volta dall'America di periferia, da karaoke, vecchi road movie e stupefacenti da pochi spiccioli; brutta copia di quanto accade nella grande città e che arriva filtrato dai media. Il musicista si muove ubriaco in tutto questo senza più capire se la sua è interpretazione, parodia zappiana o semplicemente abbandono incondizionato allo stato delle cose. L'estasi di "Nostradamus And Me" e la cover blues da locale fatiscente di "Baby", paiono suggerire l'ultima opzione.
Ma anche in questa prova di (quasi) maturità, in cui passato prossimo e remoto dell'artista sperimentano una sintesi definitiva, Ariel Pink riesce nell'impresa di lanciare il sasso e nascondere la mano, di sottrarsi ad ogni tentativo di essere fossilizzato in una forma limpida e trasparente.
Il bizzarro capellone ci ha beffati un'altra volta.

20/08/2012

Tracklist

  1. Kinski Assassin
  2. Is This The Best Spot?
  3. Mature Themes
  4. Only In My Dreams
  5. Driftwood
  6. Early Birds Of Babylon
  7. Schnitzel Boogie
  8. Symphony Of The Nymph
  9. Pink Slime
  10. Farewell American Primitive
  11. Live It Up
  12. Nostradamus And Me
  13. Baby

Ariel Pink sul web