Ariel Pink's Haunted Graffiti

Before Today

2010 (4AD)
pop, psichedelia

Come dice bene in un suo articolo (reperibile con il titolo "Figli Di Madre Natura" nel volume antologico "Hip-Hop-Rock", meritevolmente edito qualche tempo fa da Isbn) il sempre perspicace Simon Reynolds, i dischi di Ariel Pink danno quasi sempre la bizzarra sensazione di ascoltare il palinsesto bruciacchiato e gracchiante di una radiolina mainstream che risuona dal fondo incrostato di una qualche piscina americana: bollicine di suono sfatto e gorgogliante che vanno a ricomporre l'immagine sfranta di un mutevole trash-pop in infima fedeltà. Una musica-fantasma, per così dire, che si riplasma e contorce, a metà tra il sogno e la rimembranza, in un'estasi totalizzante di forme bislacche, fino a risalire in superficie ed evaporare nel puro nulla di un artificio volatilizzato.

One-man band per antonomasia, Ariel Pink (al secolo Ariel Marcus Rosenberg, losangelino, classe 1978) approda finalmente a un marchio discografico di tradizione e risonanza internazionale come l'insospettabile 4AD, dopo anni di relativamente gloriosa militanza nella Paw Tracks del Collettivo Animale (che per i suoi innumerevoli nastri casalinghi - oltre cinquecento pezzi registrati! - perse letteralmente la testa, editando parte dell'elefantico materiale accumulato dal nostro nel corso degli anni).
Il compositore californiano allestisce così un barocco pastiche di camaleontico mimetismo para-zappiano, all'insegna di un bubblegum-pop filante e appiccicoso, infarcito di melodie glassate usa e getta, teso fra Joe Meek, Prince, i Fleetwood Mac e Phil Spector perso in una discarica di plastiche sonore usurate dal più strenuo consumo.

Con il suo approccio dadaista e mutaforma, nutrito di arte povera ed enciclopedico ingegno, Ariel Pink finisce con il controfirmare (e ogni volta con grafia differente, iperbole del più labirintico inganno falsificatore) un signor disco pop, ipnotico e ubriacante, pieno di schitarrate beatamente tamarre (come quelle di "Butt-Houes Blondies" o "Little Wig") ma anche di ineffabili raffinatezze poetiche e arditi preziosismi formali, in bilico tra soul d'accatto e neo-operismo psych-pop (ascoltate le trame vocali di pezzi come "Round Round", "Beverly Kills", "Can't Hear My Eyes" o di "Bright Lit Blue Skye", cover di un pezzo dei Rockin' Ramrods del 1966, per non parlare poi della psichedelia in odore di prog di "L'estat...").

Sempre indeciso tra caricatura ellittica e la pura estasi moltiplicatrice dell'imitazione stilizzata, "Before Today" annuncia su scala planetaria, con le sue sottilissime allegorie semiserie, l'ascesa di un nuovo messia del miracolo-truffa del pop, un po' Houdini, un po' Arcimboldo, un po' (anzi molto!) Todd Rundgren, maestro del bricolage fai da te e cervellotico dispensatore di enigmi circolari senza soluzione.
Uno, nessuno e centomila.

09/06/2010

Tracklist

  1. Hot Body Rub
  2. Bright Lit Blue Skies
  3. L'estat (Acc. To The Widow's Maid)
  4. Fright Night (Nevermore)
  5. Round And Round
  6. Beverly Kills
  7. Butt-House Blondies
  8. Little Wig
  9. Can't Hear My Eyes
  10. Reminiscences
  11. Menopause Man
  12. Revolution's a Lie

Ariel Pink sul web