"Exterminate è un semplice esempio del mio grande odio per l'umanità. Nient'altro."
Marco Corbelli
I violenti fiotti rumoristico-industriali della primogenita creatura di Marco Corbelli, Atrax Morgue, sono secrezioni di fluidi corporei convertite in emissioni sonore urticanti e nauseabonde; la sua "non musica" è un fetido contenitore dei deliri più abietti che il cervello umano possa partorire, un neon obitoriale malfunzionante puntato sugli anfratti più oscuri dello sconfinato "impero della mente", come lo chiamerebbe
qualcuno.
Tutto ciò che è scaturito dall'irrefrenabile e compulsiva creatività di Marco non è altro che il frutto di quelle ossessioni e paranoie collezionate nel corso della sua vita, accuratamente conservate in formaldeide (si pensi alle copertine degli album, realizzate sistematicamente con foto di cadaveri anche squartati, o alla
homepage del sito ufficiale, in cui tuttora campeggia la scritta "From Obsession... To Obsession").
Questa ripubblicazione
in vinile di "Exterminate", senza alcun ritocco sui suoni originali, è in realtà un omaggio dell'etichetta milanese Urashima all'arte degenerata del compianto musicista sassolese - scomparso esattamente cinque anni fa - e al fatto di essere stato il più grande esponente della corrente
power electronics italiana, più grande (e sicuramente di gran lunga più prolifico, con ben cinque progetti paralleli ad Atrax Morgue) anche dei suoi dichiarati maestri, tra i quali l'antesignano Andrea Cernotto
alias Mr. "Sodality".
Registrato interamente nella notte del 25 luglio 1995, e pubblicato su nastro dalla "Slaughter Productions" (
personal label con cui il Nostro ha editato la quasi totalità delle sue opere, inclusa la prima ristampa in cd-r del presente album, nel 2000), "Exterminate", l'album "più impressionante e sinistro" del Morgue prima maniera - si tratta "appena" del tredicesimo lavoro a suo nome, nell'arco dei suoi primi tre anni di produzione artistica,
ndr - torna a seviziare timpani e cervello di chi ci si imbatte con i suoi incubi industriali, claustrofobici e angoscianti almeno quanto le "relazioni annuali" firmate dagli amorevoli
Throbbing Gristle.
Un'
escalation trifasica di alienante follia
noisey, fatta di sintetizzatori analogici martoriati e saltuarie incursioni di urla rivoltanti e putrescenti, che non consente in alcun modo di scorgere neanche il più leggero afflato luminoso, nella totale oscurità circostante.
Da (ri)ascoltare col volume alzato al massimo.
18/05/2012