Charles / Gross / Hautzinger / Marchetti

Tsstt!

2012 (Monotype)
free improvisation

Un'altra release importante per l'etichetta Monotype, nella quale stavolta figura un quartetto di artisti eccellenti e assai riconosciuti in ambito avanguardistico. Registrato dal vivo nel gennaio 2010, "Tsstt!" gioca sul campo vincente della performance improvvisata, e nella fattispecie con il consolidato (ma sempre stimolante) dialogo tra strumenti elettronici e classici - in questo caso gli strumenti a fiato. All'armamentario digitale provvedono Jean-Philippe Gross (elettroacustica) e Lionel Marchetti (onde corte), entrambi firme prestigiose già figuranti nel catalogo Monotype e in diversi altri dello stesso settore; dal canto loro, i fuoriclasse Xavier Charles e Franz Hautzinger aggiungono rispettivamente clarinetto e tromba.
I titoli dei cinque movimenti sono Cage-ianamente corrispondenti al loro minutaggio: ma nello spirito del compositore americano è anche il senso d'indeterminazione che permea l'intera azione live, atta ad un interscambio sostanzialmente a-descrittivo benché a suo modo "organico".

Come accennato, il connubio dei due tipi di strumentazione non è nuovo - ne sono un esempio già i primi lavori del collettivo Supersilent - ma a fare la differenza sono certamente le modalità esecutive che man mano vengono sciorinate: specialmente nell'uso dei fiati riecheggia intensamente il lascito di Salvatore Sciarrino, maestro dell'"ecologia musicale" contemporanea, che dal tardo Novecento ad oggi ha infinitamente rielaborato svariate tecniche utili allo sviluppo della sua poetica, specialmente per quanto concerne il flauto solista. Così, dopo il primo giro di prova, si attiva un mirabile e sottilissimo gioco di specchi (5'03''): ruggiti, battiti a vuoto e soffi senza altezze si avvicendano in una sorta di "dialogo muto", mentre l'altra metà incalza similarmente con intermittenze, screpolature e ronzii tra i più eterogenei, come cellule disintegrate delle architetture glitch di Alva Noto.

I quattro performer indagano il silenzio forandolo con tocchi brevi e decisi, come a riprendere la serie dei "concetti spaziali" di Lucio Fontana, aggiungendo pennellate trasparenti su una tela che torna sempre bianca. Anche quando sembra calare il silenzio si avverte la tensione tra le diverse componenti, che non distolgono l'attenzione l'una dall'altra e che si compensano con interventi di rara precisione.

La sezione centrale è anche la più lunga e rarefatta, dove l'episodico tacere è sostituito da flebili note sostenute; su tutti, a farsi lentamente strada è la sordina di Hautzinger, mentre le interferenze elettroniche di Gross e Marchetti cicaleggiano e man mano si ispessiscono in un drone atonale, solcato da soffi e radiazioni sempre più intense e disturbanti. Poi, come in una struttura palindromica, la performance ripercorre i passi dei primi due movimenti in un moto ancor più convulso, per altri dieci minuti totali di bordate analogiche e musica concreta "compressa" che continuamente si attraggono, si sfiorano e si miscelano sino a confondersi.
Il percorso del quartetto trova la sua logica conclusione negli ultimi magistrali 5'15" che, pur non rinunciando all'astrazione, presentano una sorta di naturalismo distorto, nel quale emergono suoni che la memoria sensoriale associa inevitabilmente a gocciolii, respiri animaleschi e sinistre folate di vento.

Giunti al termine di questa singolare e concitata allucinazione da camera, l'impressione (del tutto irrazionale) è che in quella mezz'ora scarsa sia successo più o meno tutto quel che doveva succedere. Nessuno - o perlomeno chi scrive - sa dire esattamente cosa, come del resto in tutte le performance di questo tipo: il loro fascino sembra risiedere proprio nella ricerca delle casualità e delle coincidenze che solo l'improvvisazione riesce a rivelare.
In mancanza di definizioni plausibili, "Tsstt!" si aggiunge ai tanti atti d'esistenza sonora che nell'ultimo decennio hanno portato all'estremo ogni forma del minimalismo in musica, aprendo una strada ancora lungamente percorribile dove rimane tanto spazio per creare, esplorare o anche solo procedere a tentoni - nella certezza che niente fa bene alla musica quanto la sperimentazione.

11/08/2012

Tracklist

  1. 6'12"
  2. 5'03"
  3. 8'27"
  4. 3'51"
  5. 5'15"

 



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