La chitarra classica in copertina è un chiaro indizio della natura
unplugged di "The Anatomy Of Silence", il nuovo lavoro in studio dei
Diary Of Dreams (il quattordicesimo, alle soglie dei vent'anni di attività).
Il disco contiene infatti dieci versioni acustiche di altrettanti brani appartenenti alla discografia passata del progetto di Adrian Hates, reinterpretati mediante l'ausilio di strumenti quali pianoforte, chitarra e basso acustici, violoncello e contrabbasso. Un contesto sicuramente familiare al background del frontman, che ha alle spalle una formazione musicale classica.
Spogliato dell'imponente impalcatura "elettrica", il sound dei Diary Of Dreams emerge, del tutto rinato, più emotivo e lirico che mai: la voce profonda e malinconica di Hates rilegge le sue composizioni con toccante intensità, gli archi e i tasti del piano delineano uno scenario drammatico ed emozionante.
In alcuni passaggi - soprattutto quando viene usata la lingua tedesca - emerge anche lo spettro dei migliori
Lacrimosa, intensi e teatrali, mentre i brani, da maestosi e potenti quali erano, divengono confidenziali e minimali.
Nella seconda metà del disco c'è qualche caduta di tono, unico neo in un'opera che rappresenta - a suo modo - un capitolo innovativo e peculiare nell'ambito della discografia dei Diary Of Dreams. Un'affascinante alternative version, meritevole di un ascolto anche da parte dei non-aficionados.
21/01/2013