Mimes Of Wine

Memories For The Unseen

2012 (Urtovox)
gothic songwriter

Pur non avendo rotto i legami con la scena emiliana – dati il prossimo tour di support ai Giardini di Mirò e la registrazione, ancora, presso La casa nel vento di Enzo Cimino  – Laura Loriga torna dal suo “esilio” losangelino con un sophomore di un’eleganza “robusta”, un’opera concettuale ed espressiva dai forti contorni, degna appunto di un’artista di indubbia personalità.
Come anche nello scorso “Apocalypse Sets In”, si alternano scenari di lirica malinconia (grande l’intermezzo di violoncello in "Ester") ad altri all’insegna di un cabaret spettrale di ninfa intrappolata ("Yellow Flowers"), in un alternarsi di registri vocali ed espressivi che non toglie mai di mezzo la cornice di fondo del disco, formata sia dall’accompagnamento strumentale (il fido pianoforte come protagonista e i caratteristi: tromba, violoncello, filicorno e chitarra classica) che dalle interpretazioni sempre convincenti di Laura.

Appunto in "Yellow Flowers" la traccia è pronta a trasformarsi in rincorsa thriller per una casa di specchi infestata da Dario Argento, sulle note di pianoforte che improvvisamente si alzano di un’ottava e cominciano a ruzzolare per scale circolari. I sinistri acuti di voce d'inizio e fine de "L'inquisitore" lasciano spazio a un sabba al suono di tromba, in cui i “Come on” finali paiono un orrido e irresistibile richiamo, più che un’esortazione.
Grandiosa anche "Charade", infiammata parte centrale di questo musical neogotico che parte da un’intro alla “Desertshore” e racconta con grande espressività cinematica, ottocentesca una realtà ora velata e subdolamente allusiva, ora compiaciutamente cruenta, come emerge anche nelle spagnoleggianti "I Will Marry You" (pregna di un’acquiescenza funebre) e "Hundred Birds" (bagno di sangue finale).

Insomma, uno dei pochi dischi italiani che, piaccia o meno, è in grado di parlare di sé senza chiamare in causa discorsi autoreferenziali di attitudine e polemica interna, senza doversi confrontare per forza con la produzione internazionale o distaccarsene e alimentare complessi e senza dover rivendicare la primogenitura in suolo italiota di una certa scena o genere.
Un passo avanti convincente di un approfondimento artistico ancora da completare, forse calcando un po’ meno la mano sulla teatralizzazione e più sulle canzoni... E per concludere: si può immaginare Laura Loriga come prossima musa ispiratrice di Thomas Bartlett (e viceversa, s'intende)?

09/11/2012

Tracklist

  1. Under The Lid 
  2. Altars Of Rain 
  3. Yellow Flowers 
  4. Charade
  5. Auxilio
  6. Tethmaker
  7. Ester
  8. Silver Steps
  9. I Will Marry You
  10.  Aube
  11. L’incantatore
  12. Hundred Birds

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