Da non confondersi con l'omonima band della Sub-Pop inattiva dal 1998 (nonostante un concerto tenuto nel 2010 per la chiusura di un club australiano), la formazione dei Pond nasce dalle velleità di compositore di Nick Albrook, chitarrista dei Tame Impala.
Cavalcando il revival psych-rock, la band (anch'essa australiana) con il terzo album "Frond" si è dimostrata abile nel rinnovare in chiave personale sonorità familiari. "Beard, Wives, Denim" rinuncia definitivamente alla trasgressività a favore di una coesione più pop/rock che nasconde alcuni punti deboli di un lavoro comunque interessante.
La musica dei Pond pesca sapientemente nella tradizione americana e inglese, confondendo le matrici con abili virate verso un sound da jam-session che macina anche elementi glam e kraut-rock in un solido insieme. La maggiore attenzione al flusso evolutivo dei brani si concretizza in pregevoli esempi di psychedelic-rock come "Eye Patters Blindness" o nelle cazzute pulsioni anni 70 della granitica "Moth Wings", per lambire poi lo stoner-rock nella desertica e cosmica liturgia di "Mystery".
La scrittura delle canzoni resta saggiamente in bilico tra il derivativo e il personale - le influenze pinkfloydiane restano evidenti solo nelle tracce conclusive, mentre sono i Beatles e i Led Zeppelin a prendere il sopravvento.
Certo, non è che sentissimo la necessità di una "Hard Day's Night" in chiave "Black Dog" ("Fantastic Explosion Of Time"), né di una "One" priva di un giro armonico incisivo (è il caso di "Sorry I Was Under The Sky"), ma i Pond per fortuna conservano la loro attitudine alla psichedelia mostrando la loro arte di buoni musicisti nelle tracce più ricche di sfumature e abilità tecnica, trovando anche un equilibrio nella malsana ballata pop "Dig Bigger" - affumicata nel finale da visioni alla Syd Barrett e flussi acid che evocano il miglior Lennon.
Non sacrificate "Beard. Wives, Denim" confrontandolo con le gesta dei Tame Impala: i Pond hanno appena imparato a gestire una complessità di spunti che possono ancora disorientare e distrarre, come ad esempio in "Elegant Design" e "Sun And Sea And You", ma la loro musica è una boccata d'ossigeno, anzi, di fumo sano, in un periodo ricco di band con buone intenzioni e poco brio.
Non è un caso che una delle più incisive pop songs dell'album, "You Broke My Soul", possieda tutto lo scibile visionario dei Flaming Lips, l'ironia dei Mothers Of Inventions e la svogliatezza creativa di Jimi Hendrix.
In definitiva, il nuovo disco dei Pond è un album intelligente ma anche molto divertente, e sorridere di questi tempi di certo fa bene alla salute.
28/04/2012