Mentre il mondo guarda alla Grecia con il fiato sospeso per le note vicende legate alla crisi economica mondiale (e con ben poca attenzione al dramma reale vissuto dal suo popolo), Vinicio Capossela le dedica un disco intero, che è molto più di un omaggio. È una ribellione interiore, la rivendicazione di un'identità culturale che va oltre le contingenze dell'attualità. Un disco "suonato in greco", per debito nei confronti della terra che "ha donato al mondo la civiltà" e "una delle più straordinarie musiche urbane del mondo: il rebetiko". È proprio questo genere, nato nella fiammeggiante Salonicco degli anni Trenta amalgamando la tradizione ellenica, bizantina e ottomana, l'ultima passione etnomusicale del gitano errante Capossela, ramingo dalle parti dell'Egeo in cerca di cetre, bouzuki e vecchi spartiti rimasti seppelliti sotto la polvere del tempo.
Registrato negli storici studi Sierra in Atene su nastro analogico, "Rebetiko Gymnastas" contiene quattro inediti, una ghost-track e otto classici caposseliani reinterpretati in chiave rebetika. Con un contorno di musicisti di tutto rispetto, a cominciare da alcuni illustri rebetes greci - Ntinos Chatziiordanou (fisarmonica), Vassilis Massalas (baglamas), Socratis Ganiaris (percussioni) e Manolis Pappos, gran maestro del bouzuki - oltre alla cantante Kaiti Ntali, a Mauro Pagani, Marc Ribot e Ricardo Pereira.
Convincono soprattutto gli inediti: "Rebetiko Mou" non è un'ode allo "Special One", bensì un esercizio individuale di filosofia rebetika, con quelle indolenti cadenze tipiche anche del sirtaki, avviluppate in un suggestivo intrico di corde pizzicate; "Misirlou", affidata all'aspra voce di Kaiti Ntali, reinventa la più nota hit del genere, resa celebre in versione per chitarra elettrica nella colonna sonora di "Pulp Fiction"; "Abbandonato" è la libera interpretazione in lingua di un brano di Atahualpa Yupanqui, con il bouzouki sugli scudi; mentre "Cancion de las simples cosas" è una versione italiana dello struggente classico già interpretato da Mercedes Sosa e Chavela Vargas.
Scorrono via senza troppi sussulti, invece, i pezzi già editi: la russa "Gymnastika" di Vladimir Vitsosky (già su "Solo Show Alive"), "Contrada Chiavicone" e "Morna" da "Il Ballo di San Vito", "Non è l'amore che va via" (da "Camera a Sud"), "Scivola vai via" (da "All'una e 35 circa"), più la delegazione dell'immenso "Canzoni a manovella" ("Corre il Soldato", "Signora Luna", "Con una rosa"), con la particolare eccezione di "Contratto per Karelias", che già nella versione originale attingeva all'immaginario rebetico rimodellando una canzone del greco Markos Vamvakarias e che qui si esalta nella cornice strumentale, perdendo però un po' di ritmo.
La spiazzante ghost track, infine, è un inedito duetto italo-ellenico del brano "Come prima" di Tony Dallara, burlescamente "imposto" da Ntali a chiusura del disco.
Dopo l'odissea di "Marinai, profeti e balene", l'approdo nel porto ellenico ha un sapore dolce e malinconico al contempo, ma anche, in copertina, il volto beffardo del manga disegnato dal francese David Proudhomme, autore proprio di una storia illustrata intitolata "Rebetiko". Il booklet contiene i testi tradotti in greco ed esercizi ginnici (!) per quanti volessero fare pratica.
Un disco di transizione, dunque, ma che riprodotto dal vivo potrebbe offrire ancora una volta spunti sorprendenti. Lo spread, per una volta, può attendere.
18/06/2012