Il nuovo "Black Summer Choirs" è invece un lavoro diametralmente opposto, caratterizzato da atmosfere rarefatte e un mood decisamente ombroso; è stato prodotto dalla stessa Fossi in collaborazione con John Fryer (già nei This Mortal Coil), e riflette - nelle parole della stessa vocalist - il lato più cupo della sua personalità, in una dimensione raccolta, quasi religiosa.
Quattordici capitoli, inframezzati da quattro spoken word (che vanno a comporre la "Final Interview" recitata da Lloyd James dei Naevus): l'estate dei Kirlian Camera non può che essere nera, nerissima, e questi brani essenziali ma per nulla scarni ci immergono ancora una volta nel loro mondo oscuro e affascinante.
Pochi beat, come nell'iniziale "Silencing The World", e una voce che colpisce dritto al cuore l'ascoltatore: una formula che non teme il passare degli anni né quello delle effimere mode; un marchio di qualità che riaffiora anche tra gli archi della neoclassica "Black August" o nel minimalismo di "The Fountain Of Clouds": la classe dei Kirlian Camera è intatta come negli eighties.
“Black Summer Choirs” si sviluppa lungo quarantasei minuti permeati da un’impenetrabile quiete, spezzata solo dall’electro-goth di "Heavens" e "Dark Matter". Davvero suggestivo il folk dalle sfumature noir di "Farewell Road", a riprova di quanto i nostri si trovino a proprio agio nello spaziare tra diversi generi.
Un intenso segnale di vita dalla scena wave italiana più dark e intimista: dopo i recenti exploit di Spiral69 e Spiritual Front, è bello ritrovare in ottima forma anche questi capostipiti del filone, in attività dal lontano 1980.
Una perfetta introduzione all’universo di Bergamini e soci, nell'anno del venticinquennale del loro capolavoro "Eclipse", che proprio in questi giorni viene ristampato (sempre dalla tedesca Out Of Line) e forma, con il nuovo disco, un ideale binomio atto a rappresentare passato e presente dell'entità denominata Kirlian Camera.
(21/07/2013)