Dick Dale in principio, nel '61, quando in coppia con un amplificatore Fender faceva riverberare la sua chitarra sulle note di "Let's Go Trippin". La psichedelia a chiudere, nel '69, quando insieme alla Brit Invasion zittì definitivamente l'epoca della surf generation e delle spiagge dell'Orange County, Santa Ana, California. In mezzo, uno dei più grandi gruppi pop di sempre, i Beach Boys di Brian Wilson, che estesero il concetto di surf e di musica da tavola, possessori loro di una certa "idrofobia", tra l'altro.
La Luz, New Mexico, conta mille abitanti circa e la miglior possibilità di impiegare il proprio tempo è quella di reclutarsi alla Holloman Air Force Base, la vicina base aerea nell'Otero County, contea che non dista poi molto da quei colori della California.
Accade invece che una band prenda il nome di La Luz, ma provenga da Seattle, faccia surf cavalcando le strade di una delle più piovose città d'America, nello stato che accoglie le onde del Pacifico, ma confina con il Canada.
La Luz è un progetto femminile (qualcuno di questi tempi, non è vero?) nato nel 2012, all'attivo un paio di Ep e l'esordio discografico per Hardly Art in ottobre. Schiumoso quanto basta, "It's Alive" è un disco capace di riproporre le tonalità albeggianti di certe località balneari (All The Time), unendo la psichedelia da tavola bagnata di "Pet Sounds" ("Call Me In The Day", "Morning High") ai capolavori del Maestro di cui sopra ("Sunstroke", "It's Alive"). Particolare il sentimento inebetito presente nell'ascolto, con accenti massimi nella chiusa "You Can Never Know", lentezza da iniettare, piano, piano.
Luce per noi: un esordio notevole, che ricerca i periodi musicali del sole californiano, mentre lo stesso crea ombre malinconiche picchiando sulle spalle strette del nostro presente.
17/01/2014