La Maschera Di Cera, uno dei progetti più rilevanti e apprezzati di Fabio Zuffanti, ritorna con un’operazione esclusiva nel panorama rock italiano, progressivo e non, che ha infuso nuova ispirazione e scioltezza al combo. “Le Porte del Domani” è infatti il seguito di quella storica saga aperta del progressive italico che fu “Felona e Sorona”, apice artistico de Le Orme.
Il disco preserva in primis tutta la “fantascienza cantabile” del primo capitolo: “Ritorno dal Nulla” ne reimposta lo scenario come in un’overture sinfonica sbrigliata sempre più luminosa (e quindi ospita un’ode sconsolata basata sul mellotron), “Ritratto di Lui” è un solfeggio di gnomi cosmici alla “In the Court” dei King Crimson, i rintocchi di “Ritratto di Lei” preludono alla zona “femminile” del disco, romantica e malinconia (con tanto di ostinato da sonata per pianoforte), il momento acustico di “Luce sui Due Mondi” diventa via via apoteosi pomp-rock.
L’anima progressiva del combo di Zuffanti si fa però viva in “Viaggio Metafisico”, sorta di variazione hard di “Ritratto di Lei”, a dare il senso di lotta insito nella saga grazie alle poderose fiondate di flauto, nell’oasi Tangerine Dream di “Alba nel Tempio” e nell’underture di “Alle Porte del Domani”, un crescendo agogico di tripudi strumentali. La chiusa non suona così mestamente titanica come nell’originale delle Orme, ma è più ovviamente conclusiva e rasserenante.
Confezionato in modo perfettamente analogo all’illustre predecessore - copertina di nuovo presa dal surrealista Dali-esco italiano Lanfranco Frigeri (“Gli Amanti del Sogno”, 1968), nove tracce, doppia versione italiana/inglese - è un sequel coerente pure nella sostanza che non si contrappone al discorso originario, lo enfatizza e lo dilata, lo cita con affetto. La miglior sorpresa è la quasi assenza di passaggi a vuoto ma anche la perizia della produzione. Musical evocativo, più che un concept impegnato. La versione in Lp include la litografia su plexiglass del dipinto di copertina.
28/03/2013