Dave Phillips

Homo Animalis

2014 (Schimpfluch Associates)
concrete music, elettroacustica

Lo svizzero Dave Phillips, già attivo alla fine degli anni Ottanta con i Fear Of God, una delle leggende del grind-noisecore, è uno dei musicisti più sfuggenti della scena europea. Nonostante abbia attraversato diversi settori delle sonorità estreme, è soprattutto in ambito di musica concreta, elettroacustica e noise che il Nostro ha detto le cose più interessanti. A confermarlo, ecco il doppio “Homo Animalis”, comprendente composizioni risalenti al 2007 e al biennio 2009-2011.

Alla base di quest’opera monumentale (della durata di quasi due ore e quaranta minuti!), c’è il concetto di “humanimalism”, sviluppato anche all’interno del booklet con diversi interventi scritti dello stesso Phillips (che ringrazia, tra gli altri, anche Philip K. Dick e Francisco Lopez). In pratica, si tratta di un diverso grado di consapevolezza, che l’uomo può raggiungere attraverso un processo di purificazione capace di allontanarlo da ogni costrizione materiale e religiosa. Solo allora, egli potrà sperimentare la sua “fedeltà alla terra”. Non a caso, anche sulla scorta del suo impegno in favore dei diritti degli animali, Phillips dissemina lungo tutto il disco una miriade di suoni animali, spesso stratificandoli e deformandoli. Attraverso lo “humanimalism”, l’uomo può inoltre oltrepassare la concezione dualistica dell’esistenza, calandosi in una dimensione in cui la Totalità emerge in tutta la sua spaventosa forza e in tutto il suo fascino (nelle parole di Phillips: "Humanimal suggests 'weltwahrnehmung' rather than 'weltanschauung'…"). Insomma, quasi un ritorno all’essenza binaria del “sacro” (che è, ricordiamolo, sia il “tremendum” che il “fascinans”), per cui l’uomo potrà connettersi alla vita e a tutte le sue creature attraverso un flusso di emozioni primordiali.
Da un punto di vista strettamente musicale, l’opera segna una svolta importante nella ricerca di Phillips, che proprio con queste composizioni iniziò ad approcciare le sue partiture con piglio da compositore, utilizzando, di rimando, un numero sempre più nutrito di strumenti classici.

L’iniziale “The Less I Know” sembra quasi un omaggio ai Residents di “Eskimo”, solo che qui non siamo in mezzo agli eschimesi, ma da qualche parte alle origini della preistoria, alle prese con un rituale dove field-recordings e sorgenti elettroniche cercano di dare forma alle mostruose visioni che i nostri antenati dovettero fronteggiare quando la coscienza era pressoché il riflesso dell'indifferenziato. La successione di crescendo e il clima thrilling di “Humanimal B” sfociano in un assordante conflagrazione sinfonico-rumorista, mentre “Humanimal A” prosegue in questa discesa verso le profondità della vita, facendo pensare a un corrispettivo sonoro delle sperimentazioni linguistiche di Andrea Zanzotto. Il mantra gorgogliante di “Personal Responsibility” è la sublimazione del verso animale, della sua carica ipnotica e prelude a una “Rape Culture” che traghetta la “Trenodia” di Penderecki oltre le rive dell’Acheronte, dove una babele di suoni umani, animali e cos'altro ancora?... contribuisce a saturare lentamente lo sfondo, evocando la minacciosa impenetrabilità del Caos originario.

Non si tratta, insomma, di un ascolto facile, tutt’altro. E il secondo disco non fa altro che confermarlo. “Novaturient” incrocia ritual-ambient, terrorismo harsh-noise e orrore post-industriale (che caratterizzerà anche la conclusiva “Truth Is Invented by Liars”), rovistando ancora tra i labirinti di un sottosuolo psichico che assomiglia sempre più a quello terrestre. In “Exipotic” e “So…What?”, un pianoforte atonale ci introduce, con le sue lugubri e sparse note, dentro scenari raccapriccianti dove si ascoltano pianti disperati di bambini, un manipolo di ominidi alle prese con l’odore del sangue, urla concitate e sinistre avvisaglie di morte nel buio pesto di caverne dove il vento si spinge con lingue di viscida inquietudine.
Se tutto questo vi sembra insopportabilmente minaccioso, allora provate un po’ a chiudere gli occhi mentre lasciate scorrere i quindici minuti di “Kelelawar B”, attraversata dalle strida demoniache di una volpe volante malese (un pipistrello di grosse dimensioni), circondata dalla stratificazione di altri versi brutalmente alterati. La versione animalesca degli esperimenti vocali di Diamanda Galás? Sappiatemi dire, una volta attraversata la melma sonora di quest’opera spietata.

23/12/2014

Tracklist

Cd 1

1. The Less I Know
2. Humanimal B
3. Humanimal A
4. Personal Responsibility
5. Rape Culture

Cd 2

1. Novaturient
2. Exipotic
3. Kelelawar B
4. So... What?
5. Truth Is Invented by Liars

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