Neel

Phobos

2014 (Spectrum Spools)
dark-ambient, space-ambient
6.5

Passato da molti come semplice spalla di Donato Dozzy in Voices From The Lake, Giuseppe Tillieci si è fatto strada fino ad arrivare a pubblicare per la stessa Spectrum Spools che ha ormai assunto a tempo pieno il suo mentore. Non possiamo non pensare che la chiave del tutto si sia consumata proprio in un passaparola a tre, con Dozzy a fare da ingombrante sponsor per l'arrivo del giovane scudiero presso la dimora di John Elliott. Ma, nonostante ciò, il risultato del sodalizio offre un'ulteriore (e ben più importante) giustificazione dello stesso.

Partiamo col dire – e qui lo si distingue chiaramente – che a Neel vanno ricondotti gran parte dei meriti sulle profondità abissali raggiunte dalle Voci dal Lago. Tradotto in maniera ancor più banalizzante: se Dozzy è, con la sua techno sapientemente assortita, il condottiero al timone del sottomarino, Neel è l'esploratore al periscopio, l'esperto di forme di vita dei fondali marini, lo scienziato in grado di musicare tutto questo per mezzo di una forma sinistra e oscura di ambient music, fortemente debitrice (almeno su questo “Phobos”) della kosmische muzik originaria.

E proprio qui sta il bandolo di cui si diceva prima: Spectrum Spools, forse l'etichetta per eccellenza del revival della synth music ambientale post-cosmica, assoda stavolta l'alfiere nell'Oceano di quei soundscape che i Tangerine Dream in “Zeit” ambientavano nel cosmo sconfinato. E “Phobos” è proprio questo, una passeggiata in stile Pete Namlook su un fondale alieno e inquieto, dove la luce non riesce ad arrivare. Una perlustrazione che parte, paradossalmente, dalla fine, dall'emersione in piena notte di “Post Landing” cui succede, in un viaggio a ritroso, la tempesta magnetica di “Storm In Sickney”.

I brani sono solo sette, ma la soluzione di continuità da al disco la forma di un monolite: il ralenti gocciolato di “Crater Chain Observation” ne dà solo l'illusione, presto smentita dal magma di “The Gravity Of Limtoc”. E pure il finale, dove l'oscurità sembra diradarsi, non fa altro che ripercorrere al contrario la progressiva discesa verso l'abisso: “The Secret Revealed”, quasi uno strappo a Mark Seelig, è l'unico vero episodio a lasciar spazio al sentimento, un malinconico saluto prima del tuffo di “Life On Laputa Regio” e dell'accelerazione di “Travelling On Kepler Dorsum”.

Un unico documentario sull'oscurità nella Natura pura, senza vita, ottenuto dallo slide di sette fotografie ad altissima risoluzione. Manca, come nella recente collaborazione tra Werner Dafeldecker e Lawrence English, quel tocco magico che trasforma un esperimento scientifico in un'opera d'arte, una serie di riprese in un cortometraggio, una sonorizzazione in un saggio di sound art. Ma si tratta, a conti fatti e probabilmente, di una precisa e rispettabile scelta stilistica in favore di un realismo totale e, in questo senso, ben più che compiuto.

17/11/2014

Tracklist

  1. Post Landing
  2. Storm in Stickney
  3. Crater Chain Observations
  4. The Gravity of Limtoc
  5. Travelling on Kepler Dorsum
  6. Life on Laputa Regio
  7. The Secret Revealed

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