Sleepy Sun

Maui Tears

2014 (Dine Alone)
psych-rock

Ci avevano abituati al sudore e alla polvere, a strade infinite che si tuffano nell’orizzonte reso tremolante dall’insopportabile arsura, a deserti sterminati e pranzi psichedelici a base di peyote, consumati con altre anime perdute incontrate nel lungo viaggio. L’ennesimo scenario “alla Breaking Bad” si apre davanti a noi per questo quarto album degli Sleepy Sun, band californiana di Santa Cruz che torna in studio dopo due dischi non proprio convincenti, seguenti all’esordio (quello sì, decisamente promettente e vulcanico) di "Embrace", datato 2009.

La formula per questo "Maui Tears" è quindi più o meno sempre la stessa. Non mancano i riffoni psych-rock che urlano al sole torrido e si fondono in atmosfere polverose e sonnolente (l’iniziale "The Lane” e "Everywhere Waltz”), non manca la ballata allucinata di “Words”, tenuta in piedi dalla voce ipnotica e rarefatta di Bret Constantino, e non mancano nemmeno i fuzz molto acidi che aprono alla cavalcata di “11:32” e le escursioni space-rock di “Outside” e “Slowdown”. Cartoline in musica declinate in una tonalità seppia che, in tutta onestà, non aggiungono molto a quello che già conoscevamo del sound trippy e polveroso “made in San Francisco” degli anni 70 o della gloriosa Madchester degli alfieri Stone Roses. Tanti riverberi, psych-blues di buona fattura ma che non si appiccica quasi mai alla pelle sudata del viandante del deserto, oltre al classico pezzo di dieci minuti in chiusura del disco, che illumina e scalda a intermittenza. Proprio come potrebbe fare, per l’appunto, un sole sonnolento che sta per addormentarsi dietro alle montagne rocciose.

Non suonano affatto male, questi Sleepy Sun. Il loro grande problema, dopo tre lavori comunque ben confezionati, coesi e imbevuti di quella cosa che noi volgarmente chiamiamo psichedelia, è che non siamo ancora riusciti a trovare una canzone per cui valga la pena perdere la testa, una firma caratterizzante del loro passaggio, una traccia nel tempo che potesse farci pensare a questa band come una risposta credibile (o perlomeno, un rimando sensato) a colossi come Led Zeppelin o anche solo ai più recenti Black Mountain. Questo quarto album, purtroppo, non ci fa cambiare idea.

10/02/2014

Tracklist

  1. The Lane
  2. Words
  3. Everywhere Waltz
  4. Outside
  5. 11:32
  6. Theilbar
  7. Slowdown
  8. Galaxy Punk
  9. Maui Tears


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