A quattro anni di distanza da “Colonna sonora originale”, che finì con merito in nomination alle Targhe Tenco 2012, categoria “Opera prima”, torna Roberto Dell’Era full band con il secondo capitolo della propria carriera solista.
Il bassista degli Afterhours anche stavolta ci mette voce e chitarra, coadiuvato da un parterre di tutto rispetto, che va dai colleghi Rodrigo D’Erasmo (violino) e Xabier Iriondo (chitarre e noise) agli amici Fabio Rondanini (batteria) ed Enrico Gabrielli (sax), passando per Lino Gitto, Andrea Pesce, Rob Diaz, Tom Livermore, John Large e molti altri.
La qualità del materiale proposto è sempre alta, con la conferma di una vena cantautorale fortemente influenzata dal pop e dalla psichedelia degli anni 60, soprattutto di derivazione british: un approccio che intende attingere dal passato per costruire una forma-canzone sempre ben trapiantata nella contemporaneità.
Roberto si muove così fra derive sixties pop (“La repubblica dei desideri”) e chitarroni energetici (l’irresistibile “The Constitution", uno dei due pezzi in inglese), passando attraverso il garage-psych di “Testa floreale”, le cristalline rotondità della title track e il falsetto sul tappeto pianistico di “Un ultimo saluto”, che sfocia nelle orchestrazioni a tinte dark della conclusiva, quasi baustelliana, “Siamo argento”.
Da segnalare i featuring di Rachele Bastreghi in “Non ho più niente da dire” (con un closing strumentale da applausi sinceri) e di Nic Chester dei Jet (in “Maharaja”, l’altra traccia non cantata in italiano).
L’album contiene anche “Ogni cosa una volta”, dalla colonna sonora del film prodotto da Pierfrancesco Favino “Senza nessuna pietà”.
13/02/2015