John Grant

Grey Tickles, Black Pressure

2015 (Coop-BellaUnion)
songwriter, synth-pop

Atteso, anticipato da interviste e aneddoti, il nuovo album di John Grant è un progetto fortemente simbolico, ironico, sarcastico, quasi disturbante nella sua apparente vacuità sonora, un horror movie in cerca d’immagini, un album oscuro e funesto dove elettro-pop, synth-dark-pop e malinconiche ballate scorrono come il sangue scorre nelle vene, quel sangue infetto dell’autore che è l’incubo perenne delle sue scorribande elettroacustiche.
Lo strigiforme in copertina è preso in prestito dalla pittura di Hieronymus Bosh, un’identità satanica che è l’allegoria della perdizione e della redenzione, mentre il titolo dell’album “Grey Tickles, Black Pressure” è un gioco di parole, dove il termine grey tickles è rubato allo slang islandese in cui rappresenta la crisi di mezz’età; black pressure è invece la traduzione letterale del termine usato dai turchi per indicare l’incubo.

Appare chiaro a questo punto che il terzo capitolo solista di Grant è un concept dove la frustrazione è l’elemento primario, il cardine che tiene in tensione il dualismo tra le fluide ballate e le nervose tribolazioni elettroniche, la stessa dicotomia che nella title track pone l’autore nel dubbio tra la sua convivenza con l’Hiv e i tumori infantili, una domanda che non riceve risposta e che offre viceversa la melodia più romantica e solare dell’album.
Come Billy MacKenzie l’ex-Czars affonda le mani nel ritmo e nell’elettronica per sfuggire alla naturale propensione melodica del suo tono baritonale, una costante della sua carriera solista che in “Grey Tickles, Black Pressure” suona più equilibrata e lucida.

L’intimità svelata di Grant incornicia i sarcastici e grotteschi testi dell’album: il musicista nel rappresentare la sua sessualità e la sua natura riscopre la sensualità della disco-music anni 70, coinvolgendo Tracey Thorn nel duetto di “Disappointing”, manifesto ideologico nonché sonoro di “Grey Tickles, Black Pressure” - omofobia e diritto ad amare si affrontano in duello su ritmi eurodance, mentre Grant nel video diretto da David Wilson si aggira in una sauna gay senza cedere alle tentazioni e difendendo il suo amore monogamo, ma la sofferenza è dietro l’angolo con le brutture e le distorsioni di una civiltà che vuole imporre l’amore come dovere e non come diritto.

La maturità e la mezz’età diventano gli anni della ragione ma anche del mancato compromesso con le regole, Grant rifugge il clamore ottenuto con “Queen Of Denmark” violando con fumi di noise la melodia di “Magma Arrives”, sfiorando la banalità nel comunque delizioso funk-glam di “You & Him” e riesumando il pop acustico degli Czars in “Down Here”.
E’ alfine il suo album più arduo e sfuggente, dove il furore elettro-funk di “Snug Slacks” fa a cazzotti con “Guess How I Know”, una traccia che sembra uscire da un side-project di Trent Reznor; ma è in “Voodoo Doll” che Grant si lascia andare completamente alla nuova estetica dance, una musica robotica in aperto contrasto con la depressione del protagonista.

Caustico e senza remore, Grant affila le armi della desolazione nell’elettronica glaciale e inerme di “Black Bizzard” e ironizza su stereotipi e convenzioni in “Global Warming”, un’altra ballata destinata a sollevare il tono lirico dell’album.
Ma le sorprese non finiscono qui, dopo aver disturbato e torturato il suo ego nelle ultime due tracce, cambia tono, diventa più contemplativo ed epico, con due ballate che tra i deliziosi effluvi orchestrali (“No More Tangles”) e le sonorità retrò (“Geraldine”) pongono l’ascoltatore di fronte all’ennesimo dilemma. John Grant continua a essere l’uomo del dubbio, della domanda senza risposta, un viaggio sonoro negli stereotipi dell’Aor e della disco che nelle mani di qualsiasi altro artista suonerebbero falsi e vacui, e che invece ancora una volta trionfano come elementi necessari a rappresentare la mancanza di certezze della nostra era.

07/10/2015

Tracklist

  1. Intro
  2. Grey Tickles, Black Pressure
  3. Snug Slacks
  4. Guess How I Know
  5. You & Him
  6. Down Here
  7. Voodoo Doll
  8. Global Warming
  9. Magma Arrives
  10. Black Blizzard
  11. Disappointing
  12. No More Tangles
  13. Geraldine
  14. Outro

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