La notte porta consiglio; ma a volte è importante svegliarsi dal torpore sognante e illusorio della sua avvolgente oscurità, con il primo capitolo del progetto Night Beds ci siamo cullati nel folk orchestrale del musicista americano senza aver paura del futuro.
Winston Yellen con “Country Sleep” ha infranto la tradizione dei cantautori solitari ingabbiati dalla malinconia, con una scrittura che andava oltre gli stereotipi del bedroom-folk, ma nel dar seguito al suo affascinante esordio del 2013, sembra aver perso l’orientamento e la direzione giusta.
Glitch, electro-soul e r&b hanno contaminato gli incubi del progetto Night Beds, con un eccesso di richiami alle visioni neofuturiste di How To Dress Well e The Weeknd, ma il primo tassello fuori posto è la voce, poco incline a suscitare emozioni in questo nuovo contesto sonoro.
Il passaggio dall’isolamento creativo dell’esordio, all’orgia di oltre venti musicisti coinvolti nel nuovo progetto, coincide con una passione per la moderna black music di D’angelo, Drake e Kanye West. ma non sembra sufficiente per accogliere questo nuovo slancio creativo con lo stesso entusiasmo critico.
Winston Yellen scende nel territorio di James Blake alterando voce e ritmo in “Sway(ve)” e iniettando funky in “[9-6] Slack-jaw”, ma il risultato è oltremodo banale, ed è significativo che il tedioso repeat di “Eve A” resti in un limbo pop-soul poco stimolante.
“Ivywild” è comunque un album che risulterà piacevole e stimolante, l’ambizione e il rischio connesso al cambio di rotta attirerà anche qualche simpatia emotiva e critica, ma l’inferno è spesso lastricato di buone intenzioni, quelle che peraltro fanno capolino in brani intensi e raffinati come “Seratonin” e “Tide Teeth”, dove le pulsioni r&b sono perfettamente incastrate nel labirinto dei 70 minuti dell’album.
Che i sei minuti iniziali di “Finished” siano un confuso e poco lineare patchwork orchestrale e vocale è forse un segno del tormento emotivo che si agita dietro le quinte dell’album, ma anche se “Lay Your Hands”e “Corner” sottolineano le qualità di Yellen come autore, sono anche il simbolo evidente della sua incapacità di mettere in gioco l’anima e la visceralità che sembrano bramare per uscire dalla mediocrità emotiva.
“Ivywild” è un cambio di direzione a tratti frustante e non del tutto a fuoco, poco schietto nelle sue esternazioni, insicuro e bugiardo nei suoi simbolismi lirici e sonori.
Il nuovo album targato Night Beds è l’archetipo sonoro di una generazione di songwriter che fa dell’emulazione e dell’imitazione stilistica il suo parametro creativo, una confessione ricca di stereotipi psicoanalitici che merita attenzione, ma che nello stesso tempo prosciuga velocemente tutta la vitalità e la furia creativa di una vita vissuta nell’ombra e nell’oscurità del nostro essere contemporanei.
09/08/2015