Will Young

85% Proof

2015 (Island)
pop

Quante volte sarà stato detto? I talent show sono un mondo brutto e cattivo, dal quale escono marionette pre-masticate per il facile consumo delle masse, e al netto delle lacrime da seratona finale, la musica conta meno di un prodotto Stock/Aitken/Waterman. Punto.
Ma in Inghilterra Will Young si è indubbiamente trasformato nell'eccezione che conferma la regola. La sua vittoria alla prima edizione di Pop Idol nel 2002 fu quasi un evento sociopolitico che divise la nazione in due, tra i sostenitori di Will - l'altolocato figlio di militari a servizio della casa reale sin dal 1700 - e quelli Gareth Gates - un comune membro della working class. Ma se quest'ultimo è scomparso nel nulla, Will si è lentamente trasformato nella più papabile popstar maschile in grado di prendere il posto lasciato vacante nei cuori degli inglesi da George Michael e Robbie Williams.

Certo Will è troppo British per essere esportato oltre i confini dell'isola, tanto che in molti probabilmente ricorderanno giusto la sua "scandalosa" (ma in realtà molto ben eseguita in ambito pop) versione di "Light My Fire" dei Doors. Tuttavia sono pochi in ambito strettamente pop in Inghilterra a poter vantare nel nuovo millennio una carriera come la sua, soprattutto se si pensa a come è partita.
Il segreto? L'aver presto assunto le redini della propria arte, scrivendo e interpretando pezzi di suadente malinconia, e mostrando sempre una genuina curiosità nel fare la popstar (la sua videografia è tra le migliori). Così, dai prodotti ovviamente pilotati degli esordi che ancora presentavano residui del boyband sound, Will ha compiuto un processo di maturazione che l'ha portato a pubblicare singoli via via sempre più raffinati e amati dal pubblico, e che ha toccato la vetta nel 2011 con un album di pregevole synth-pop come "Echoes", prodotto dalla sapiente mano di Richard X.

Certo però nel mondo del pop radiofonico l'equilibrio perfetto è spesso inafferrabile, e "85% Proof" semplicemente non riesce a fare centro come dovrebbe. La mancanza di direzione è subito evidente nel singolo di lancio "Love Revolution", una sorta di pubblicità volutamente ironica che funziona come parodia se allegata al divertente video, ma che al netto della visuale si rivela un pezzo funky-soul piuttosto anonimo (l'autoironia è una pericolosa lama a doppio taglio, recentemente ha colpito anche Lily Allen con la controversa "Hard Out Here").
La stessa formula di stanco funky-soul si ripete poi per "U Think I'm Sexy", facendo suonare totalmente fuori contesto sia il ritmo quasi dance nel ritornello di "Promise Me", che i grossolani cori gospel di "Thank You". "Joy" potrebbe essere un pezzo degli ultimi Take That, con tanto di ritornello in aria di folk da stadio, ma almeno "Blue", che pure viene maltrattata da un arrangiamento troppo standard, accarezza una melodia vecchio stampo alla Elo che in Inghilterra non fallisce mai (non a caso lo stesso Gary Barlow è un dichiarato fan di Jeff Lynne, e così si chiude il cerchio).

Quel che lascia il segno sono le oscure e incalzanti atmosfere di "Brave Man" e "Like A River", la scarna e delicata ballad "Gold" e l'ancor più emotiva "I Don't Need A Lover" (una risposta alla vecchia "I Just Want A Lover"?), segno che Will possiede ancora lo smalto, quando vuole. Pure la versione deluxe non offre granché, se non una quieta resa della celebre "Always On My Mind", lasciando quindi la netta impressione che a questo giro ci sia troppo poco per poter spiccare il volo.
Come da copione, "85% Proof" ha debuttato in vetta alla chart inglese, ma solo il tempo potrà dire se anche il sestogenito di questo Piccolo Lord saprà trovare un posto nel cuore degli inglesi. Al momento le puntate sembrano contro.

15/06/2015

Tracklist

  1. Brave Man
  2. Promise Me
  3. Love Revolution
  4. U Think I'm Sexy
  5. Gold
  6. Like A River
  7. Joy
  8. Blue
  9. Thank You
  10. I Don't Need A Lover
  11. Dare*
  12. Where Are You Tonight*
  13. You Keep On Loving Me*
  14. Always On My Mind*

*versione deluxe




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