Ray LaMontagne

Ouroboros

2016 (Rca)
songwriter, psych-rock

Confesso di essere rimasto stupito quando, dopo aver incluso il nuovo album di Ray Lamontagne nella lista di fine anno, ho realizzato che su queste pagine non era presente una recensione di “Ouroboros”, un’assenza forse dovuta all’imprevedibile virata stilistica del musicista americano.
La mutazione dello scenario creativo è in verità non tanto spiazzante, ma frustante per chi deve fare da filtro tra la percezione istintiva dell’ascoltatore e il valore subliminale di un disco, una linea di confine che spesso nasconde abissi e trappole linguistiche che rendono difficoltoso il racconto di un album come l’ultimo di Lamontagne.

Che i semi della psichedelia facessero già capolino nel precedente “Supernova”, prodotto da Dan Auerbach, è storia nota, ma che dietro l’angolo ci fosse in cantiere un tributo emozionale ai Pink Floyd era quantomeno inimmaginabile, al punto che “Ouroboros” produce un effetto catartico, affascinante e a tratti imbarazzante, eppur entusiasmante, principalmente per la sfrontatezza con la quale l’autore affronta il difficile deja-vu sonoro.
La concezione creativa è diversa da quella del passato, la formula che ha garantito ben tre presenze nella top ten della classifica americana è qui accantonata, l’album non è un insieme di canzoni ma una vera e propria suite (anzi due, una per facciata), che in 40 minuti tiene saldo un costante impatto emotivo.
Sembra quasi che Ray metta in discussione tutto se stesso, prima mettendo in campo un’insolita vena hard-rock per il singolo “Hey, No Pressure", poi includendo accordi carpiti ai Led Zeppelin e ai Pink Floyd nell’articolata “The Changing Man”, dove altera le sue doti vocali al fine di renderle contestuali all’imponente struttura sonora, per poi imitare perfino alcune cadenze di Roger Waters nella successiva “While It Still Beats”, brano che chiude in modo elegiaco la prima parte di “Ouroboros”.

Non è semplice stabilire quanto abbia inciso la presenza di Jim James dei My Morning Jackets in questa deviazione stilistica, anche perché l’ossessione comune dei due musicisti è il gioiellino dei Talk Talk “Spirit Of Eden”, album dal quale sembrano aver estratto la metodologia di lavoro per affrontare i fantasmi del passato, senza essere mai sopraffatti dalla pretenziosità.
Poco importa se “In My Own Way” rimandi alla famosissima “Us And Them” o se “A Murmuration Of Starling” mescoli l’epica di “Shine On You Crazy Diamond” con il blues: questo non è un album da ascoltare in frammenti da Spotify, nonostante “Another Day” regali una suggestiva e lineare folk-song, tipica della miglior tradizione cantautorale americana.

Con il sesto album, Ray Lamontagne sfida le regole del business mettendo in campo il suo album meno radiofonico e immediato, una sfida che l’autore vince nonostante gli ingombranti richiami al passato e la volontaria catarsi emotiva, quest’ultima elemento primario del fascino subliminale che “Ouroboros” esercita anche su alcuni potenziali detrattori di questo nuovo capitolo discografico.

15/01/2017

Tracklist

  1. Part One - Homecoming
  2. Part One - Hey, No Pressure
  3. Part One -The Changing Man
  4. Part One - While It Still Beats
  5. Part Two - In My Own Way
  6. Part Two - Another Day
  7. Part Two - A Murmuration of Starlings
  8. Part Two - Wouldn't It Make A Lovely Photograph




Ray LaMontagne sul web