La storia della Anywave Records ha inizio a Parigi, una delle capitali del suono minimal e coldwave, nel lontano 2001 per volontà di Aurélien Delamour, meglio conosciuto come Avgvst (insieme ad Aurélie Briday). Dopo due uscite, il progetto va in stand by per alcuni anni e riprende nel 2012. Lo fa con il nuovo album di Avgvst e con il primo volume della compilation Wavecore. Quello in esame è il quinto.
Tuttavia, nonostante il lungo periodo di attività, solo nel 2014 il nome Anywave attraversa i confini francesi e si fa conoscere in giro per l'Europa grazie alla pubblicazione del secondo album di un duo destinato a farsi apprezzare rapidamente e su larga scala, i ferraresi Schonwald. Questo avviene in un momento di rinascita del suono minimal wave, e questo album dà alla label il coraggio necessario per uscire allo scoperto e lanciare nuovi progetti lontani dai canoni copiati fino all'inverosimile da una ricca pletora di musicisti. L'idea alla base del progetto è chiara: "Any Wave", senza rimanere bloccati dalla sindrome degli anni 80.
Per dirla con le parole di Bernardo di Chartres, i protagonisti del quinto volume della Wavecore, uscito il 13 giugno, una vera e propria "new wave della new wave", sono "nani sulle spalle dei giganti". In tutto sedici artisti, alcuni dei quali hanno pubblicato i propri lavori per l'etichetta mentre altri no, ma che condividono la medesima urgenza espressiva che trapela con energia dai loro brani, acerbi ma genuini. Molti di loro hanno appena cominciato la loro carriera, altri sono più noti. Nella seconda categoria c'è la parigina Froe Char, che nel 2013 realizzò un lavoro per la Modern Tapes e che suonò anche a Milano, ottenendo un discreto feedback di pubblico. Il brano qui presentato, "To Feed An Infection", è un discreto ed energico minimal electro-punk che parte in midtempo per poi aumentare la velocità in un crescendo adrenalinico.
La compilation si divide tra brani maggiormente legati a una tradizione minimal wave d'annata (pochi) e altri aperti verso la ridefinizione delle strutture ritmiche, dei suoni e della vocalità (molti), arrivando a toccare anche territori affini alla noise music ("Morgonen Flyr" dei Den Nya Borgen), in una pausa decisamente inaspettata. "Charlotte Sometimes" di ✝zxz✝ omaggia i Cure nel nome del brano ma è un sipario strumentale electro-pop, Our Fortress ci consegna un brano electro-minimal dal sapore analogico e fortemente retrò intriso di inserti strumentali ed effetti vocali fuori dal comune, mentre i Volcan presentano un pezzo visionario, perfetto per una colonna sonora elettro-analogica degli anni 80.
Non mancano certo brani più diretti che omaggiano la tradizione in modo più evidente, come la minimal wave di Imavizion Direq e l'approccio lo-fi di Les Hôpiteaux, martellanti come pochi. Die Ufer presenta un brano electro dal mood dark che, sin dal titolo, "Airport DNA", ci fa pensare a un viaggio angosciante in aereo. Il progetto Sphyxion, reduce dalla recente pubblicazione del suo ultimo disco per la label francese, ripropone il suo cupo ambient esoterico e dalle tinte oscure.
Tanta carne al fuoco, quindi. Questa è la prima impressione che l'ascoltatore percepisce al termine dell'ascolto di un disco così ricco di approcci e stili differenti. Alcuni di questi progetti avranno un brillante avvenire, altri forse no, ma senz'altro questo quinto volume della serie Wavecore è, così come lo sono stati i precedenti, un ottimo modo per capire cosa bolle in pentola nel panorama minimal synth underground francese.
04/07/2016