Beth Orton

Kidsticks

2016 (Anti)
folktronica, alt-pop, songwriter

Un comeback verso lidi folktronici per la songwriter di "Trailer Park": Beth Orton dopo quattro anni di assenza dalle scene torna ad arricchire di loop e trame electro il proprio malinconico folk metropolitano.
I sintetizzatori riprendono il centro della scena, e la scelta di affidare la produzione a Andrew Hung dei Fuck Buttons non sarà certo stata casuale.

I nomi importanti coinvolti nella realizzazione del disco sono numerosi, da Chris Taylor dei Grizzly Bear a Dustin O'Halloran dei Devics fino a Alain Johannes dei Queens Of the Stone Age che si è occupato del recording.
A tratti minimale (il simil-dubstep di "Petals", che però a sorpresa si schiude su un finale quasi noise), in altri momenti decisamente più pieno (le iniziali "Snow" e "Moon" hanno beat decisamente ballabili), "Kidsticks" scorre bene senza però mai raggiungere le vette dei migliori dischi della Orton, quelli realizzati negli anni 90, in grado di imporla come eroina della scena electro-folk.

La cantautrice inglese sperimenta una personale via verso il rock in "Wave" (arricchita da chitarre wah wah), risultando però più efficace quando innesta lo spoken word su basi di soffice hip-hop ("Corduroy Legs"), e ancor più quando dispensa le celestiali melodie di "Dawnstar" e "Falling", le quali rendono la parte centrale del disco la più introspettiva, oltre che riuscita.
Ben prodotto e arrangiato, "Kidsticks" perde mordente in corrispondenza di qualche momento musicalmente più banalotto (l'innocuo synth-pop da classifica "1973"), un tantino ridondante ("Flesh And Blood") o addirittura trascurabile (la brevissima title track che chiude il lavoro). Ma poco male: la signora Orton è sempre stata brava a centellinare la proprie uscite, e di realizzare un disco brutto pare davvero non essere in grado.

30/08/2016

Tracklist

  1. Snow
  2. Moon
  3. Petals
  4. 1973
  5. Wave
  6. Dawnstar
  7. Falling
  8. Corduroy Legs
  9. Flesh And Blood
  10. Kidsticks

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