The Caretaker

Everywhere At The End Of Time

2016 (History Always Favours The Winners)
memorie musicali

L'esperienza ci insegna (o a un certo momento di costringe) a non vivere di ricordi e ad abbracciare meglio che possiamo il presente, con tutte le complessità e incertezze che gli sono proprie. Per vent'anni l'arte del Caretaker ha invece insistito sulla memoria di una musica perduta, incisa su supporti vieppiù consunti dalla polvere del tempo. Questa pratica ha condotto il personaggio di finzione alla diagnosi di una forma precoce di demenza, con la quale ha deciso di fare i conti sfruttando lo stesso mezzo espressivo che l'ha provocata.

L'ultima opera - probabilmente in senso assoluto - del moniker di Leyland Kirby verrà pubblicata in sei volumi che testimonieranno altrettante fasi del suo presunto decadimento cerebrale. Le condizioni di salute si rifletteranno in un progressivo sgretolamento dei nastri collezionati e rimaneggiati, arrivando a preservarne soltanto pochi secondi replicati ad libitum.
Ma se nei primissimi esperimenti emergeva il lato più spettrale delle haunted ballrooms - come dagherrotipi negativizzati che trasformano i soggetti nei loro stessi fantasmi - con l'avanzare degli anni si è fatta strada una più serena levità, simile all'offuscamento dei sensi indotto da un'innocua ebbrezza. Insomma, ben poco a che spartire coi loop elegiaci di William Basinski, grandi affreschi che attraverso la ripetizione assecondano un più macroscopico sentimento di ineluttabilità.

Una nostalgia tanto densa quanto luminosa modellava le tracce dimenticate di "An Empty Bliss Beyond This World", e apparentemente la medesima falsariga guida la sequenza del primo episodio di "Everywhere At The End Of Time". Se però dovessimo rintracciare un seppur minimo scarto nel sentimento complessivo di questi ultimi reperti, si tratterebbe forse di un'ingannevole apparenza, una spensieratezza posticcia che in realtà cela il consumarsi di una tragedia privata. Per diretta assonanza riaffiorano l'eleganza soffusa di "Eyes Wide Shut" e i grotteschi drammi coniugali di Woody Allen, tra mal di vivere moderno e risate a denti stretti; così come il video di Weirdcore, che collaborerà anche nelle prossime fasi, non è altro che un vagare per saloni deserti dalla prospettiva distorta, labirinti della mente ancora al principio del distacco dal mondo reale.

Gli esiti seguenti di questa autoanalisi - i referti, per così dire - sono attualmente ignoti allo stesso Kirby, che senza scadenze pressanti si avvia con noi in una dimensione dove, fortunatamente, gli scompensi di natura cerebrale sono solo immaginati, eppure così esatti nel restituire la percezione del solipsismo romantico (ma certo anche esasperato, nella sua involontarietà) di un essere senziente che è divenuto, alla lettera, un disco rotto.
Godiamoci gli ultimi giri di valzer, prima che la garbata crudeltà del destino faccia il suo corso.

07/10/2016

Tracklist

  1. It's Just A Burning Memory
  2. We Don't Have Many Days
  3. Late Afternoon Drifting
  4. Childishly Fresh Eyes
  5. Slightly Bewildered
  6. Things That Are Beautiful And Transient
  7. All That Follows Is True
  8. An Autumnal Equinox
  9. Quiet Internal Rebellions
  10. The Loves Of My Entire Life
  11. Into Each Others Eyes
  12. My Heart Will Stop In Joy


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