Raekwon non ha certamente bisogno di presentazioni. Membro del Wu-Tang Clan, pioniere di quell'ondata hip-hop (lato NYC) dei primi anni 90 che ha di fatto rivoluzionato il genere, il quasi cinquantenne Corey Woods è oggi indubbiamente una leggenda vivente. A un artista di questo calibro, dopo 25 anni di onorata carriera, non si può chiedere di rinnovarsi costantemente. Sono pochi quelli che riescono a farlo. Tuttavia è lecito aspettarsi un certo livello qualitativo, cosa che nel suo penultimo album "Fly International Luxurious Art" non era avvenuta. Raekwon sembrava aver intrapreso una strada di ammodernamento con grosse collaborazioni e suoni più moderni, che era risultata, però, un mezzo passo falso, non riuscendo ad allargare il suo pubblico e scontentando molti dei fan di vecchia data.
Con "The Wild", lo Shallah sembra invece voler dimostrare come anche la vecchia guardia possa ancora avere qualcosa da dire, pur rimanendo ancorata a uno stile ormai diventato classico, pur con qualche elemento moderno. Lo stesso Woods sembra ormai aver accettato questa sua dimensione.
"This Is What It Comes Too", la traccia dopo l'intro, è posizionata perfettamente per dettare la linea, potrebbe essere stata scritta venti anni fa. In "Can’t You See" rappa, con il suo caratteristico flow, "We was youngsters '80s babies gettin’ in shit, stolen cars fell from monkey bars flipping 'n shit". La canzone è forse la meglio riuscita dell'album, e riesce a esprimere quel senso di nostalgia che aleggia nei versi di Raekwon. Molto bella è anche "Marvin", che vede una collaborazione con il redivivo Cee-Lo Green e vuole essere un omaggio all'immenso Marvin Gaye: qui si può apprezzare tutto il talento dell'MC di Staten Island nello scrivere canzoni. "Visiting Hour" e "The Reign" sono due brani ben costruiti, che svelano un lato più intimo dell'artista, con l'aggiunta di produzioni più moderne.
Infine il massimo della, relativa, sperimentazione può essere individuato nella collaborazione con G-Eazy, "Purple Brick Road".
Per concludere, "The Wild" è una via di mezzo tra un disco classico e uno dove l'artista vuole provare qualcosa di nuovo. Questi due elementi riescono a fondersi, ci sono le tracce di boom-bap rap per far contenti i vecchi fan, ma anche suoni più nuovi. Non è un tentativo di svecchiamento, ma una presa di coscienza da parte di un artista che può ancora dire qualcosa nel mondo hip-hop.
04/04/2017