Da oltre un ventennio la discografia dei Residents è un permanente caos tematico, un inafferrabile catalogo non-sense, frutto di una leggera stasi creativa che ha reso sempre più evidente una mesta autocelebrazione intellettuale.
Sfiancata dall'orgia mediatica e dalla rivoluzione digitale, la band ha vissuto continue evoluzioni-rivoluzioni tentando di afferrare l'inafferrabile. Il nuovo album "The Ghost Of Hope" è un capitolo rigenerativo per i Residents, destinato a risollevare la loro carriera di cantori dell'assurdo. Un progetto che, attraverso un'idea concettuale di base, rimette in sesto il gusto sardonico e mai satirico di una delle band più originali della storia del rock.
Nessuna formazione è stata capace di passare dalla pura provocazione al disimpegno con un'eguale lucidità artistica, ed è una piacevole sorpresa ritrovarli musicisti e non più semplici sceneggiatori dell'apocalisse.
"The Ghost Of Hope" è il primo album realizzato dai Residents dopo l'ingresso di Eric Drew Feldman che, chiamato a sostituire Chuck solo nelle performance live, è ora anche co-produttore ed elemento creativo del progetto.
È un concept-album incentrato sulla storia dei primi disastri delle ferrovie americane, un progetto che fa dell'eleganza e della consueta arte surrealista del non-pop la chiave di lettura per una stravagante ma avvolgente metafora modernista, a base di elettronica, collage sonori, orchestrazioni bizzarre, dissonanze vocali e spoken word.
Pur se asservito a una logica rappresentativa-teatrale da musical postmoderno, "The Ghost Of Hope" affianca a pagine più narrative un substrato musicale più consistente, dando forma a composizioni che reggono senza timore il confronto con il passato.
Valga come esempio l'ottima "The Crash At Crush", un valzer da parco giochi apparentemente futile e bislacco che tra rumori e voci empie di terrore racconta uno dei disastri più bizzarri della storia americana: allestita come spettacolo circense, la scenografica collisione di due treni si trasformò in un incidente mortale, lo scoppio imprevisto dei locomotori provocò tre morti e molti feriti.
Senza alcun dubbio la fruizione dell'ultimo album dei Residents risulterà più interessante e appagante per chi si addenterà nella tenebrosa e inquietante struttura narrativa, ma resta evidente una più suggestiva e ispirata progettazione musicale, al punto che in "Train Vs Elephant" il gruppo rinuncia quasi del tutto alle voci, lasciando librare quell'interazione tra suoni naturali e meccanici che sembra essere il punto d'arrivo di questa eccitante avventura sui binari ferroviari della vecchia America.
30/04/2017