“Nature Spontanee”, seconda pubblicazione dell’etichetta Solchi Sperimentali Discografici, è il disco della collaborazione tra i maestri Maurizio Marsico e Riccardo Sinigaglia, manifestazione di una filosofia della musica che concepisce il processo improvvisativo come dinamico equilibrio tra le anime degli esecutori e tra evento sonoro e silenzio, intrecciati in un flusso virtualmente infinito.
La musica si fa quindi “ponte tra diverse dimensioni in cui siamo solo conduttori attraversati da energia” (da un’intervista a Sinigaglia contenuta in A. Cresti, "Solchi Sperimentali Italia", Crac edizioni) in un rito di cui i due musicisti sono sacerdoti.
Delle tre esecuzioni, “Nature spontanee” e “Tempo determinato” (breve improvvisazione prevalentemente rumoristica data da una sequenza programmata su una drum machine con noise generator) sono guidate da Marsico, mentre “Tempo indeterminato”, di quasi quaranta minuti, è curata da Sinigaglia.
“Nature spontanee” è rivelatrice della semplice caoticità di un percorso complesso: un pianoforte (Yamaha G2), protagonista e guida della quasi totalità del brano, costruisce spazi sonori utilizzando una larga quantità di tecniche esecutive tra brevi riff e virtuosismi, momenti completamente atonali o vicini a certa scuola minimalista e finanche momenti di silenzio. Si intrecciano costantemente al pianoforte un organo elettrico (Farfisa) e le modulazioni di un Moog, mentre nel finale sono utilizzati dei field recording, effettuati da Sinigaglia, registrazioni di cinguettii di uccelli e frinii di cicale.
“Tempo indeterminato” rinuncia alle dialettiche di “Nature spontanee” per recuperare inizialmente le sequenze di “Tempo determinato”, che entrano e si dissolvono in un brevissimo lasso di tempo, e lasciare poi spazio ai sintetizzatori analogici, specie i modulari degli anni Settanta, come il raro Moog Sonic Six e il leggendario EMS VCS3. Aleggia qui, prepotentemente rispetto a “Nature spontanee”, l’ombra di Terry Riley in una larga sezione dell’improvvisazione, sia a livello strutturale sia nella tecnica esecutiva (ad esempio, l’utilizzo del delay sull’organo elettrico). I modulari primeggiano nella sezione finale, ponendo fine alla cerimonia e chiudendo temporaneamente le porte delle due dimensioni, risvegliandoci dallo stato di trance.
22/07/2017