TIR

Clima

2017 (Ribess)
electro, post-rock
6.5

Entroterra riminese, i Tir debuttano con una colonna sonora di musica pseudo-concreta per un’installazione, “Richiami” (2014), e un mini di tre tracce, “EP” (2015), ma è il primo disco lungo, “Clima”, a esporre perentoriamente la loro estetica astratta e le loro tecniche miste.

Solenne, se non proprio wagneriana, è l’apertura, “Greg”, un affastellarsi caotico di voci monastiche e soundscape opprimenti. Qualche infiltrazione ballabile percola fiocamente nella lenta toccata organistica di “Pablo & Pico”, e “Munduruku” è una sonatina portata in estasi in un cielo di screziature digitali, dispersa poi via via in pulviscoli d’armonia sempre più tenui.
Dai loro mix di ritmo creativo e chitarra acquatica fuoriescono temi tribali (“Cani molecolari”, “Kobane”), andature ostentatamente marziali (“Plinto”), e crescendo languidi su sferragliamenti metallurgici (“Trasporto chirotteri”), ma il centro nevralgico dell’opera è una svisata corta, “Eternebra”, trip-hop volto a marcia di dannati.

Composto e suonato dal duo fondatore, Marco Pandolfini e Giulio Goffredo Giorgetti, con interventi di Andrea De Nittis e una delegazione elettronica del Circolo Dell’Ozio Cabalistico. Grandioso nella dimensione scenografica: non fa prigionieri, mozza il respiro, inghiotte. A partire dalla copertina (scatto di Bjorg-Elise Tuppen). Meno nella sostanza, una ricapitolazione dei duo elettronici, da Art Of Noise a Boards Of Canada, a M83, fino a Fuck Buttons e Demdike Stare, con gran impiego - e spreco - d’effettistica, ma anche con un uso importante dell’ugola umana, spesso grave e inquietante, a tratti anche eterea e salmodiante. Fosse più diligente, si potrebbe citare il Peter Gabriel di “Passion”. Bella edizione in vinile (cristallo).

01/02/2018

Tracklist

  1. Greg
  2. Kobane
  3. Regno celeste della grande pace
  4. Cani molecolari
  5. Pablo & Pico
  6. Eternebra
  7. Non destinato al consumo umano
  8. Plinto
  9. Munduruku
  10. Trasporto chirotteri

TIR sul web