Jacco Gardner

Somnium

2018 (Full Time Hobby)
psychedelic-pop

Anche per Jacco Gardner è arrivata l’infatuazione con il mondo della fantascienza. Per l’occasione, il multistrumentista olandese abbraccia l’universo della musica elettronica con un’opera che sembra avere ben pochi legami con i capitoli precedenti. Sono forti le similitudini con il progetto “Powers” di Andy Partridge, album ispirato alle opere del famoso illustratore di fantascienza Richard M. Powers, anche Jacco lascia fuori dalla porta tutti quei cliché sonori che lo hanno reso famoso, rinunciando anche all’uso della voce.

Svestiti i panni di druido folk-psych, il musicista resta comunque prepotentemente ancorato al mondo naif degli anni 60 e 70, solo che questa volta alle chitarre e al cantato barocco subentrano synth e diavolerie elettroniche in stile Tangerine Dream o Cluster. Da affezionato cultore di  antiche suggestioni, Jacco Gardner con “Somnium” mette a nudo l’anello mancante tra le pulsioni spiritual-freak di dell’Incredible String Band e l’avventurosa epopea sonora dei Pink Floyd, entrando in punta di piedi persino nel periglioso mondo dell’ambient-pop.

L’album prende spunto dal racconto del 1609 di Keplero “Somnium” (in italiano “Il Sogno”), da molti considerata la prima vera opera fantascientifica, nonostante gli intenti fossero in parte quelli di supportare teorie scientifiche e astronomiche. 
Difficile pensare che un tale approccio culturale, possa beneficiare dello stesso stupore che illuminava il volto e le menti di quella generazione anni 70 impegnata nella costante ricerca di risposte e nuove domande da porsi, il cinismo e l’abitudine al sensazionalismo hanno in parte obnubilato la curiosità intellettuale.

In virtù di questa premessa, era evidente che per Jacco Gardner c’era il rischio di traghettare la sua ricerca musicale nelle braccia della prevedibilità, del pastrocchio sonoro, dell’incoerenza creativa. Nulla di tutto ciò accade in “Somnium”, le strutture dei brani sono non solo solide, ma perfino avvincenti, anche se una leggera sensazione d’incompiuto aleggia nelle pur interessanti dodici tracce.
Il duello tra chitarra e synth di “Levania” scorre fluido e ricco di suggestioni visive, mentre “Volva” dispone in fila anni e anni di speculazioni prog-rock, evocando a tinte forti il “Lord Of The Rings” di Bo Hansson, allo stesso modo il musicista con “Eclipse” sfiora la genialità ritmica dei Neu!, per poi sposare kraut-rock e Canterbury citando Mike Oldfield in “Privolva”, lasciando trasparire anche un’ammirazione per la library music italiana (“Past Navigator”).

Senza dubbio Jacco Gardner è rimasto profondamente coinvolto da questa nuova passione culturale, sbocciata dopo essersi trasferito a Lisbona per motivi sentimentali e personali. Per alcuni versi “Somnium” è un progetto coraggioso, la rinuncia all’utilizzo della voce, uno degli elementi caratterizzanti del musicista, non deve essere stata facile, a volte alcune tracce sembrano quasi amputate dal lirismo tipico dei precedenti due album; non è infatti difficile immaginare brani come “Rain”, “Descent” e la title track accompagnate dal canto.

Per Jacco Gardner il terzo album rappresenta l’ennesima sfida, dopo la psichedelia in chiave folk e chamber dell’esordio e il brio più beat e spensierato di “Hypnophobia”, con “Somnium” aggiunge un altro tassello ad un puzzle che si preannuncia sempre più multiforme dal punto di vista stilistico. Viene da chiedersi quale sarà il prossimo passo dell’olandese, forse nel più complesso e articolato mondo del prog? Nell’attesa questo delicato e discreto nuovo capitolo discografico consolida la nostra fiducia, anche se con un po’ di azzardo e mistero in più, il sogno di Jacco Gardner poteva trasformarsi già da ora in una più avvincente realtà.

07/12/2018

Tracklist

  1. Rising
  2. Volva
  3. Langragian Point
  4. Past Navigator
  5. Levania
  6. Eclipse
  7. Utopos
  8. Rain
  9. Privolva
  10. Pale Blue Dot
  11. Descent
  12. Somnium




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